Bimba di 5 anni in fin di vita: “Ha sconfitto il Coronavirus ma ora ha la malattia di Kawasaki”

18 Maggio 2020 - 10:26

Bimba di 5 anni in fin di vita: “Ha sconfitto il Coronavirus ma ora ha la malattia di Kawasaki”

Una bimba di cinque anni sta lottando tra la vita e la morte nel reparto di terapia intensiva di un ospedale inglese; dopo essere riuscita a sconfiggere il coronavirus la piccola ha contratto la malattia di Kawasaki.

Un’infiammazione potenzialmente mortale dei vasi sanguigni che si ritiene possa essere correlata al covid-19. Piers Roberts, questo il nome del padre della piccola Scarlett; ha raccontato che i medici hanno dato alla bambina solo un 20 per cento di probabilità di sopravvivere.

La bimba aveva contratto il coronavirus a scuola prima che il governo britannico imponesse il lockdown; nelle prime sei settimane le sue condizioni erano state buone; poi sono improvvisamente precipitate e i medici hanno riscontrato complicazioni a diversi organi.

Scarlett comunque è riuscita a sconfiggere il covid-19, ma pochi giorni dopo le è stata diagnosticata la malattia di Kawasaki per la quale è tuttora ricoverata nel reparto di rianimazione. Sua zia ha spiegato che non è collegata a un ventilatore polmonare ma ha problemi cardiaci seri.

Alcuni scienziati ritengono che nei bambini a seguito del coronavirus possa insorgere la malattia di Kawasaki, patologia rara che colpisce le arterie di media e piccola dimensione, soprattutto quelle coronarie.

Come spiega il sito dedicato “è caratterizzata da febbre alta, esantema, congiuntivite, mucosite, linfoadenopatia cervicale e poliartrite di gravità variabile.

La malattia di kawasaki che nella maggior parte dei casi si manifesta con febbre alta ed è una patologia che colpisce prevalentemente i bambini d’età inferiore ai 5 anni con un picco al secondo anno. È diffusa in tutto il mondo con andamento endemico e riaccensioni ogni 2-3 anni e picco in inverno e in primavera”.

Se non diagnosticata in tempo, la malattia può portare allo sviluppo di aneurismi coronarici nel 5-10% dei casi, diventando quindi una patologia con un impatto importante per un bambino che, in una percentuale molto bassa di casi, può portare anche alla morte. Fonte: Fanpage.