Beneduce lancia l’allarme: «Che fine ha fatto il Caregiver?»

28 Marzo 2019 - 1:05

Beneduce lancia l’allarme: «Che fine ha fatto il Caregiver?»

Beneduce lancia l’allarme: «Che fine ha fatto il Caregiver?»

Napoli. E’ questa la domanda che, oramai da diverso tempo, si pone la Dott.ssa Flora Beneduce del Consiglio Regionale della Campania, componente dell’Ufficio di Presidenza, da sempre attenta a quelle che sono le politiche sociali, di welfare e solidarietà. Una domanda retorica per smuovere le coscienze di coloro che hanno permesso e stanno continuando a permettere che una proposta di legge, approvata nel novembre 2017, sia ancora oggi solo carta, una «legge morta» come afferma la stessa Beneduce. Morta e sepolta in chissà quale cassetto, dove tra l’altro, nonostante le sollecitazioni, nulla si è mosso.

Beneduce, ci spieghi meglio di cosa si tratta…

«Il caregiver familiare è una figura che assiste e aiuta, nell’ambito di un progetto individuale, una persona consenziente, non autosufficiente o comunque in condizioni di necessario ausilio di lunga durata, non in grado di prendersi cura di sé. Mi spiego. Sempre più frequentemente capita che ad assistere i propri familiari disabili o comunque affetti da patologie più o meno gravi, siano i conviventi stessi, per l’appunto genitori, figli, mariti, mogli che sacrificano la propria vita per la persona amata e/o a loro cara senza però alcun sostegno da parte delle istituzioni competenti. Sostegno che non è da intendersi solo economico, ma anche morale e di formazione – e ancora aggiunge –  Non di rado mi è capitato di ascoltare storie di persone che hanno perso il lavoro ma anche parte della propria vita. L’assistere una qualsiasi persona non autosufficiente, un disabile non è mai una cosa facile, spesso porta via la propria identità, il proprio essere perché distrutti anche sotto il profilo mentale, psicologico. E’ a tal proposito che insieme al consigliere Armando Cesaro presentammo una proposta di Legge nell’ottobre 2015 attraverso la quale chiedevamo di promuovere e valorizzare tale figura, quale componente della rete di assistenza alla persona e come risorsa del sistema integrato dei servizi socio-sanitari e sociali».

Cosa nello specifico si richiedeva attraverso questa proposta di legge?

«Innanzitutto formazione per queste figure che a volte sono automaticamente investite da questo ruolo e poi una sorta di assistenza volta a migliorare la loro vita e/o comunque ad aiutarli nello svolgimento delle loro difficili mansioni anche attraverso dei riconoscimenti economici, perché come dicevo poc’anzi, spesso c’è chi si è ritrovato anche senza più un lavoro».

Il tutto ci risulta approvato nel novembre 2017, ma, a quanto pare, ad oggi, anche dei fondi istituiti a tal proposito non vi è traccia…

«Esatto, è stata approvata, ma mai attuata. Sarebbero stati anche messi a disposizione 50.000 euro per ciascuno degli esercizi finanziari 2018-2019 oltre ad euro 15.000 per l’anno 2017, per un totale quindi che ammonterebbe a euro 115.000. Ci chiediamo, mi chiedo dove sono? Questi, fondi sono stati vincolati? Personalmente mi sto muovendo per sottoporre un question time alla giunta, per avere delle risposte che siano esaustive in merito, ma soprattutto per mettere fine a questa situazione  e dare il giusto sostegno a chi ne ha bisogno»

Nunzia D’Aniello