La giovane attrice e cantante Benedetta Valanzano, neo mamma, qualche giorno fa è intervenuta in un’accesa discussione sui social in merito alle imminenti festività natalizie, sull’opportunità o meno di poter “stare” tutti insieme in famiglia per salvaguardare la salute di tutti. Sono emersi importanti spunti di riflessione di una giovane mamma senza alcun aiuto pubblico, eppure trova la forza di andare avanti. DPCM opportuni o meno il web si divide.
Come ha scritto Benedetta “Nessuno ha torto. Tutti hanno ragione”.
“Leggo sempre, ma non intervengo quasi mai.. però questa volta si. Nessuno ha torto, Tutti hanno ragione. Può sembrare un paradosso, ma è così. Io sono un’attrice.
Non lavoro da fine marzo 2018 (fine della tournée con Montesano al Sistina) a settembre ho saputo ti essere in dolce attesa, 9 mesi di gravidanza difficile, ho registrato alcune puntate di 610, programma radiofonico di Lillo e Greg.
A maggio 2019 ho partorito, dopo una gravidanza difficile come dicevo, fisicamente e psicologicamente.
Ottobre una sola giornata di lavoro.
Poi dovevo iniziare a febbraio le prove di un nuovo spettacolo ed invece arriva il Covid.
Sipario chiuso e non si è più riaperto.
Non ho avuto sostegni da nessuno, se non da “Nuovo Imaie” (Nuovo Istituto Mutualistico Artisti Interpreti Esecutori n.d.r.).
Niente INPS, ok non ho raggiunto il numero di giornate, ma ho una bimba splendida…
Ok sono diventata mamma e lo Stato se ne fotte.
Ok va bene! Basta che stiamo tutti bene a casa!
Io sto zitta e rispetto le regole, ho paura del Covid, sono iper attenta a tutto!
Viene l’estate… rispetto le regole del buon senso. Ritorna la “bestia”.
Ho paura, ancora di più, ormai è una mina vagante, vedo tutto troppo, superficiale intorno a me.
A settembre viene diagnosticata una mielodisplasia a mio padre.
Io sono ancora a casa dei miei da fine agosto.
Chiusa in casa (per fortuna ho un giardino qui) con la bimba.
Il suo papà lontano e tamponato perché noi non possiamo permetterci il lusso di portare in casa neanche un raffreddore.
Non vedo mia sorella e mio nipote da fine settembre, ormai. La stanchezza cresce e con lei, l’ansia e l’astenia… ma andiamo avanti.
Arriviamo ad oggi… Sai cosa può essere un “cenone” come lo chiami tu, per persone come me?
Semplicemente la gioia di guardare due nipoti che si amano come fratelli, scartare i regali, e rendere felice il cuore di chi li osserva con la tristezza e l’incertezza del domani…
Chiudendo dico: mi hanno tolto il lavoro, la dignità professionale, un supporto economico, la voglia di uscire di casa, di incontrare un’amica… Di vestirmi a volte… Ok toglietemi tutto, ma una cosa non voglio che si tocchi. L’AMORE. Quel “cenone” per me è questo. Amore!”.
Difficile aggiungere parole a sentimenti così autentici, dove la pandemia aggiunge solo tristezza e blocca i sogni di giovani che avrebbero solo dovuto programmare i propri sogni. Difficile far convivere sicurezza, salute ed il desiderio di stare insieme. Eppure dobbiamo provarci. Per qualcuno il Cenone Natalizio potrebbe essere l’ultima occasione per stare in famiglia confortato dall’affetto ed amore dei propri cari.