Un cervo speciale
Bambotto era un cervo speciale. Viveva nel borgo di Pecol, nel Bellunese, e si era affezionato agli abitanti. Era nato sullo zerbino di casa di Donatella Zendoli, che lo ha seguito per tutta la sua vita. Era la mascotte del paese, il simbolo di una comunità che ama e rispetta gli animali.
Ma qualcuno non la pensava così. Qualche giorno fa, un cacciatore di 23 anni ha deciso di sparargli, senza motivo. Ha approfittato di una telefonata anonima che denunciava la presunta aggressività di Bambotto. Una bugia, smentita da tutti quelli che lo conoscevano.
I ricordi di Donatella
Donatella Zendoli è stata la prima a denunciare l’abbattimento del suo amico cervo. Ha raccontato a Fanpage.it i momenti felici passati insieme a lui. “Bambotto era dolcissimo, prendeva le mele dalle mie mani, si metteva con la testa davanti alla finestra della mia cucina, dormiva di fronte alle nostre porte. Non ha mai dato segni di aggressività, era semplicemente così”, ha detto.
Il cacciatore che ha ucciso Bambotto non era uno sconosciuto. Era un ragazzo del paese, che Donatella conosceva da quando era piccolo. “Era sempre stato educato, ma di recente era diventato spavaldo e arrogante, si era armato. Sul suo profilo, prima che lo chiudesse, aveva foto con animali appena uccisi e fucili per aria. Aveva giurato che avrebbe sparato a Bambotto”, ha rivelato.
La violazione del patto
La sua azione ha violato un patto tra i cacciatori storici del borgo, che avevano sempre rispettato e protetto Bambotto. “Io non approvo la caccia, penso sia una barbarie. Ma questi hanno un’etica, ci sono delle regole. Da noi c’è una lista dei capi che si possono abbattere e bisogna segnalarlo quando lo si fa. Sappiamo tutti chi è che ha ucciso Otto”, ha affermato Donatella.
Non è la prima volta che gli animali del borgo vengono presi di mira da chi si diverte a fare il tiro al bersaglio. Donatella ha pubblicato sul suo profilo la foto di una cerva con una freccia nel collo e il suo piccolo orfano. “Voglio segnalare che c’è un problema, qui ci sono persone che non hanno rispetto per la vita”, ha dichiarato.
La comunità in lutto
La morte di Bambotto è una perdita enorme per la comunità di Pecol, che si identifica come il paese dei cervi. “Sono l’attrazione del borgo, vengono da tutta Europa a vederli. Si fidano talmente di noi che stanno vicino al paese tranquilli. Non vengono foraggiati, noi il cibo lo diamo nelle mangiatoie autorizzate, specialmente d’inverno”, ha spiegato Donatella.
Bambotto era importante per tutti, era il nostro amico, il nostro simbolo. Chi gli ha sparato ha ucciso anche un pezzo di noi.
Fonte: fanpage.it
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