Era da sola, in mezzo al mare, aggrappata a due camere d’aria e ad un giubbotto di salvataggio: è quanto accaduto ad una bambina di 11 anni, originaria della Sierra Leone, salvata a Lampedusa dalla ONG Trotamar III
La bambina, sarebbe partita quattro giorni fa da Sfax, in Tunisia, a bordo di una barca in compagnia di altri 44 migranti. Con lei ci sarebbe dovuto essere anche il fratello, che però risulta disperso, come gli altri naufraghi presenti sul barchino partito dalla costa nord africana. Secondo le informazioni raccolte dai soccorritori, il padre della bambina si troverebbe invece ancora in Tunisia, in attesa di salpare, con la speranza di arrivare in Italia.
La giovane si troverebbe ora in buone condizioni generali, ma risulterebbe in forte shock post-traumatico. I membri della Trotamar III l’avrebbero trovata mentre svolgevano altro operazioni d’emergenza e si sarebbero accorti di lei grazie alle grida d’aiuto che la bambina lanciava continuamente. La piccola dunque, al momento del ritrovamento, era stranamente cosciente nonostante una forte ipotermia.
“Ha raccontato di avere galleggiato in mare per tre giorni con due salvagenti improvvisati realizzati con camere d’aria e un semplice giubbotto di salvataggio. Lottava per non annegare in una tempesta di 23 nodi con onde alte 11 piedi”. Il salvataggio è avvenuto questa notte intorno alle ore 03:20. La bambina è stata poi salvata e portata in ospedale intorno alle 06:00.
Per l’episodio, intanto, la Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo d’indagine per i reati di naufragio colposo, omicidio colposo plurimo e favoreggiamento all’immigrazione clandestina. Proseguono pertanto le ricerche per trovare altri dispersi, al momento senza risultati.
Fonte: Rai News