La storia della figlia “orfana” di padre vivo. Il racconto del difensore del papà

28 Maggio 2021 - 12:24

La storia della figlia “orfana” di padre vivo. Il racconto del difensore del papà

Sono numerosi i casi in cui, durante i giudizi di separazione, i figli diventano le vittime di un conflitto senza fine.
Raccogliamo una delle tante storie di figli vittime di violenza psicologica, storie che possono leggersi nei tanti fascicoli dei tribunali di tutta Italia.
Per ovvi motivi di privacy i dati delle parti non vengono rilevati, ma leggiamo dal blog dell’avvocato matrimonialista Rosa Di Caprio, una storia che davvero agghiaccia e rattrista. La storia di Maria Francesca.

Ha oggi 8 anni e da 4 è vittima inconsapevole di una guerra tra i genitori, che l’ha resa orfana di padre vivo.
Tra denunce, servizi sociali, consulenze psicologiche, emerge un quadro drammatico di una bambina che desidera vedere il padre, desidera frequentare il papà.
Raggiungiamo telefonicamente l’avvocato matrimonialista a Napoli Rosa Di Caprio, difensore del papà.
D: “Avvocato ma come è possibile che avvengano queste violenze sui bambini? Perché questa è una violenza!”

Avv: “Assolutamente è una violenza, talvolta anche più drammatica e devastante di quella rappresentata da uno schiaffo. Una violenza le cui ferite non sono visibili e talvolta non guaribili. Maria Francesca è una dei tanti bambini vittime di una guerra di genitori. E quando iniziano queste guerre le parti si incatenano in procedimenti giudiziari lunghi i cui costi maggiori li pagano i figli.

R: “Nel caso seguito dal suo studio, ogni indagine si è però risolta positivamente per il suo assistito. Però ci sono situazioni in cui questo non accade.”

Avv: “Si. Purtroppo affrontare questo tipo di questioni richiede una grande esperienza, tanto equilibrio, costi elevati e consulenti competenti. Il cliente deve affidarsi in maniera totale ai consigli del legale. E’ necessario dotarsi di tanta pazienza e sapere che il proprio figlio porta con se delle ferite che vanno curate e rimarginate.

R: “Lei svolge la professione di avvocato matrimonialista da tanti anni e leggiamo che difende molti papà. Come è attualmente l’orientamento dei tribunali rispetto all’affido condiviso ed al ruolo della figura paterna.”

avv.:”Sebbene abbiamo una legge dal 2006 che stabilisce il principio dell’affido condiviso, nella pratica siamo ancora lontani ed in ritardo rispetto all’applicazione nei provvedimenti di una reale gestione paritaria dei minori. Esistono anche forti divari tra i Tribunali di Nord e Sud. Alcuni sono già molto avanti. Faccio l’esempio del Tribunale di Brindisi che ha stabilito un protocollo proprio dando la priorità all’affido paritetico.”

R: “Quindi esiste ancora una preferenza della figura materna anche se la legge riconosce l’eguaglianza tra i genitori?”

avv.:”Purtroppo esiste, sebbene possiamo registrare dei miglioramenti in tal senso. Assistiamo ad una sempre maggiore apertura verso un riconoscimento del ruolo paterno.”

R: “Lei è stata intervistata nel programma Professione Report su Rete4, per un altro caso di un papà che aveva rivisto la figlia dopo 2 anni. Possiamo dire che lei è l’avvocato dei papà?

avv.: “Ahaha. Mi piace più definirmi l’avvocato dei figli. Un figlio ha bisogno anche della figura del papà. Ha bisogno di due genitori, che collaborano, che contribuiscono alla sua crescita, che mettono da parte la brama di affermarsi l’uno sull’altro per stabilire chi è più bravo. Smettersi di fare la guerra è la prima strada per vincere.”

R: “Cosa consiglierebbe ad un papà che sta vivendo questo dramma con il suo bambino?”

avv.: “Prima di tutto di non arrendersi. Non si può rinunciare ad un figlio. E poi di farsi assistere da legali e consulenti preparati. Ritenere di potersi difendere da soli, con letture su Google, guardando i film americani, o scrivendosi difese in propri, è il modo per scavarsi la fossa. Non attendere che vi siano già provvedimenti devastanti. Agire subito e prima.

Nel frattempo seguiremo con attenzione la storia di Maria Francesca a cui auguriamo di riabbracciare presto il suo papà.

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