Sono arrivati i risultati dell’autopsia su Satman Singh: è morto per dissanguamento, ma se fosse stato soccorso subito avrebbe potuto salvarsi. Intanto procedono le indagini sullo sfruttamento nell’azienda dell’incidente.
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Satman Singh poteva essere salvato: è questo l’esito dell’autopsia svolta sul suo corpo. L’operaio, infatti, è morto per dissanguamento, a seguito dell’incidente presso l’azienda nella quale lavorare in nero.
La vittima, purtroppo, nel blocco dell’avvolgiplastica, aveva subito un braccio ed aveva rimediato gravi fratture alle gambe. Antonello Lovato, figlio del datore di lavoro, invece di portarlo immediatamente in ospedale, lo ha scaricato fuori casa sua col braccio messo in una cassetta della frutta.
Dai primi dati dell’autopsia, tuttavia, risulta che il povero Satman poteva essere salvato, se si fossi intervenuti tempestivamente. Questo chiaramente complica la posizione del Lovato e rende ancor di più la drammaticità dello sfruttamento a lavoro.
Singh, infatti, non aveva permesso di soggiorno e quindi lavorava totalmente in nero, anche per dodici ore al giorno. Renzo Lovato, padre di Antonello e datore di lavoro di Satnam, è sotto inchiesta da cinque anni per caporalato. È emerso che l’uomo era solito impiegare manodopera straniera per pochi euro al giorno, senza ferie né riposi, e con orari lavorativi molto superiori a quelli consentiti per legge.
Fonte: Fanpage
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