Poco più di cinquecento metri e Edoardo Lapertosa ,avrebbe parcheggiato la sua Y10 grigia sotto casa, nell’ultimo tratto di via Torino, Borgata Sant’Anna a San Mauro.
Fatto scendere gli amici, con cui aveva ballato sulla pista della discoteca Azhar, e chiuso la sua domenica notte di divertimento.
Il 28enne, diplomato all’Albe Steiner
e appassionato di musica hip hop,
aveva tirato tardi perché lunedì era ,
di riposo.
Si trova anche lui in via Torino, a pochi passi dalla palazzina rossa, dove Edoardo viveva con i genitori.
Il «ragazzo del Garden», come chiamano Edoardo in via Torino, è morto sul colpo.
Con lui ha avuto la peggio Alessia Panetta, 16 anni appena, seduta al suo fianco.
Gli altri due passeggeri dell’auto sono vivi, ma in gravissime condizioni.
Andrea, 16 anni, il fidanzato della ragazzina, è ricoverato al Cto.
Kevin, 17 anni, il cugino di Alessia,
ha lottato per ore tra la vita e la morte al San Giovanni Bosco: non ce l’ha fatta ed è morto alle due del mattino di martedì 12 luglio.
«L’incidente è avvenuto in un tratto, dove la strada è da oltre un anno ristretta da alcuni new-jersey.
Li hanno posizionati quando hanno chiuso il ponte ciclopedonale.
I residenti chiedono da tempo la sua riapertura, ma siccome si trova oltre il confine, cioè in corso Casale, i lavori spettano a Torino e nessuno interviene», tuona un altro commerciante.
Senza quelle barriere di cemento, Edoardo, e con lui i suoi amici,
avrebbe raggiunto senza problemi casa sua? Difficile dirlo, la dinamica dell’incidente è da verificare.
Giulia Guazzora, la nuova sindaca di San Mauro, spiega:
«Il Comune di Torino ha vietato il passaggio sulla passerella di legno per ragioni strutturali.
L’amministrazione di San Mauro ha verificato che in quel tratto di via Torino molto spesso le auto raggiungono velocità eccessive.
«Per questo motivo , aggiunge la sindaca oltre ai normali controlli dei vigili
e dei carabinieri, abbiamo deciso di acquistare e posizionare un nuovo autovelox».
Intanto, il rettilineo di corso Torino, che corre senza grandi incroci diritto verso il centro di San Mauro, è diventato un doloroso bivio per tante famiglie.
Come quella che piange Alessia Panetta, l’altra vittima dell’incidente.
Avrebbe compiuto 17 anni a breve. All’alba di ieri si è arrestata anche la sua rincorsa al sogno di diventare una ballerina.
La ragazza abitava a Nole dal 2007. Aveva lasciato San Mauro quando la madre si era separata dal papà. «Era molto premurosa.
Sempre attenta alle persone a lei care. Era davvero una brava ragazza. Senza nessun vizio, nemmeno quello del fumo», raccontano gli amici.
Dopo le medie, si era iscritta al turistico Tommaso D’Oria di Ciriè.
Amava sorridere, la moda, i viaggi e il suo fidanzato Andrea.
«Erano sempre insieme», raccontano le persone che la conoscono bene.
Anche sul quell’Y10, purtroppo. Un legame speciale, il loro.
«Ti amo e ti amerò per sempre».
Si legge sul profilo Instagram di Andrea sotto una fotografia in cui abbraccia e bacia la «sua» Alessia con cui condivide in primis l’età.
Dopo lo schianto mortale, il ragazzo è stato ricoverato al Cto: è in prognosi riservata nel reparto di Rianimazione.
In pronto soccorso è arrivato in pessime condizioni, con il femore rotto e un doppio trauma cranico e addominale.
I medici delle Molinette sono riusciti a stabilizzare la milza.
Poi il giovane è stato riportato al Cto e sottoposto a un secondo intervento chirurgico per ricomporre la frattura del femore.
Nell’ultima storia pubblicata su Instagram, Andrea racconta la serata di domenica all’Azhar tra balli e musica.
Si vede anche Alessia, la sua fidanzata. Non sa ancora che è morta.
Spetterà ai famigliari il triste compito di spiegare al sedicenne cosa è accaduto all’alba di ieri.
Andrea vive a San Mauro ed è un amico d’infanzia di un altro giovane rimasto coinvolto nel tragico schianto.
Si chiama Kevin e ha 17 anni.
«Si conoscevano fin da quando erano bambini, raccontano gli amici.
Kevin tra poco più di un mese avrebbe festeggiato il suo diciottesimo compleanno.
Papà Luca ha il suo nome tatuato sul braccio e fa la spola tra la sala operatoria e il cortile dove ci sono parenti e amici che aspettano notizie:
«È terribile, non ci può essere niente di peggio per un genitore , racconta
fra le lacrime .
Ci hanno detto che le speranze sono poche, ma noi ci aggrappiamo a tutto, con le poche forze che ci sono rimaste.