Aumento dell’accisa sulle sigarette: 36 euro per mille sigarette nel 2023

24 Novembre 2022 - 14:36

Aumento dell’accisa sulle sigarette: 36 euro per mille sigarette nel 2023

La prima bozza del disegno di legge di Bilancio 2023, approvato lunedì dal consiglio dei ministri contiene 136 articoli, alcuni dei quali hanno solo il titolo perché il testo deve ancora essere messo a punto. La gran parte del lavoro è però fatto e la premier Giorgia Meloni è ancora più convinta del giorno prima: «Orgogliosa del lavoro di questo governo e di una manovra scritta in tempi record». La presidente del Consiglio definisce la manovra «coraggiosa e concreta, che bada al sodo e offre una visione sulle priorità economiche». Il riassunto dei provvedimenti previsti è: «Favorire la crescita, aiutare i più fragili, investire nelle famiglie, accrescere la giustizia sociale, sostenere il nostro tessuto produttivo, scommettere sul futuro». Per concludere: «Avanti a testa alta». E già ieri sera dovrebbe essere arrivato a Bruxelles il Documento programmatico di bilancio aggiornato.

Tra le novità contenute nella bozza della manovra c’è l’aumento dell’accisa sulle sigarette: nel 2023 sarà di 36 euro per mille sigarette. In pratica, il pacchetto da 20 sigarette aumenterà in media di poco più di 70 centesimi. L’accisa salirà ancora nel 2024, a 36,5 euro, e nel 2025 a 37 euro per mille sigarette. Stop, invece, per due anni, all’adeguamento delle multe all’indice Istat. «In considerazione dell’eccezionalità della situazione economica», si legge nella bozza, per il 2023 e il 2024, «è sospeso l’aggiornamento biennale delle sanzioni amministrative pecuniarie».

Sul fronte interno, la novità di ieri e l’apertura di Carlo Calenda alla premier. Se Renzi aveva parlato di una legge di Bilancio «né carne né pesce», il leader di Azione prima definisce la manovra «una presa in giro, in primis per gli elettori del centrodestra», poi, però, propone un incontro: «Penso che Meloni sia molto capace e intelligente. Mi aspetto che raccolga uno stimolo molto strutturato», dice presentando la contromanovra del Terzo Polo. Il possibile dialogo parte in salita. Con l’ironia sferzante del sottosegretario all’Attuazione del programma Giovanbattista Fazzolari: «Se Calenda ha un’idea veramente geniale la metteremo nella legge di Bilancio. Purtroppo finora non sono arrivate, altrimenti le avremmo saccheggiate». Mariastella Gelmini si indigna: «Fazzolari rispetti il ruolo delle opposizioni. Azione e Iv hanno presentato proposte concrete». Eppure, a dispetto della partenza difficile, il dialogo sembra possibile: da Palazzo Chigi si apprende che l’incontro tra la premier e Calenda, la prossima settimana, ci sarà.

Oltre ad aver cancellato le multe relative all’obbligo del Pos per i pagamenti sotto i 30 euro, in arrivo vi è anche un taglio delle tasse sulle mance che i clienti di bar e ristoranti lasciano ai camerieri. L’importo, che costituisce reddito imponibile, sarà tassato ora con una aliquota agevolata del 5% che sostituisce le normali aliquote Irpef e le addizionali locali sul reddito. Il prelievo ridotto, che dovrà essere trattenuto dal datore di lavoro, si applica per una quota non superiore al 25% del reddito annuale e fino a un massimo di 50 mila euro. Norme di favore arrivano anche per le prestazioni occasionali di lavoro. Il tetto annuo sale da 5 mila a 10 mila euro. E vale anche per le prestazioni nel settore agricolo che non superino 45 giorni nell’anno solare. Nel capitolo sanità spuntano 200 milioni in più per aumentare l’indennità del personale che lavora nel pronto soccorso. Prorogati, infine, gli sgravi per gli under 36 che acquistano casa.

Fonte: Corriere