Aumenti in busta paga da Febbraio 2020: ecco chi può sorridere
Sono almeno tre i fascicoli caldi del 2020 al Ministero dell’Economia: la commissione ad hoc per la revisione della spesa, il progetto di riforma dell’Iva per ridurre la mole annuale delle clausole di salvaguardia, lo sfoltimento delle tax expenditures, e soprattutto il tavolo sul taglio del cuneo fiscale da convocare entro gennaio.
Al Mef sono in preparazione i lavori sui vari temi, da quelli che vedranno luce quest’anno, come la riduzione delle tasse sul lavoro da luglio; alla predisposizione di quelli che potrebbero trovare spazio il prossimo anno, revisione spesa, rimodulazione Iva e snellimento della giungla delle oltre 600 agevolazioni/deduzioni fiscali. Intanto lunedì e martedì il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri è atteso al seminario del Pd a Rieti, occasione di confronto e scambio con i colleghi di partito sulle linee guida della politica economica dem.
Aumenti in busta paga da 2020: via al dossier
Calendario alla mano, il primo dossier da definire è l’abbassamento della tassazione in busta paga che scatterà a luglio, come previsto dalla Legge di Bilancio. Il tavolo con le parti coinvolte sarà avviato entro gennaio con l’obiettivo di predisporre a stretto giro di posta il decreto attuativo e dare così tempo ai datori di lavoro di adeguarsi. La platea interessata sarebbe quella dei lavoratori con reddito tra i 26-35mila euro, estendendo dunque i beneficiari del bonus Renzi.
Tra fine gennaio e inizio febbraio dovrebbe nascere il decreto ad hoc per mettere più soldi nelle tasche dei lavoratori. La misura partirà da luglio 2020 e avrà una dotazione iniziale di tre miliardi di euro che diventeranno 5 nel 2021 (ma il governo è già al lavoro per trovare almeno un altro miliardo). Tutto fa pensare che sarà confermata la volontà dell’esecutivo di privilegiare i lavoratori esclusi dagli 80 euro.
Ricapitolando: le minori spese fiscali per i lavoratori, che consentiranno di far aumentare lo stipendio, avranno un impatto su circa 15 milioni di lavoratori. Si tratta dei 9,5 milioni che già percepiscono il bonus Renzi, che andrà a ‘mescolarsi’ con il nuovo intervento, con un reddito tra 15.000 e 26.000 euro. A cui si dovrebbero aggiungere 4,5 milioni di lavoratori che dichiarano fino a 35.000 euro, per un totale di 15 milioni.
Secondo le opzioni tecniche al momento allo studio, per i lavoratori nella fascia di reddito tra 26.000 e 35.000 eu