La Commissione Finanze del Senato ha dato il via libera al decreto legislativo che rialza le accise sul diesel. Il primo aumento previsto sarà tra 1 e 2 centesimi al litro. Tuttavia, il processo non è ancora completo: servirà l’approvazione del Consiglio dei Ministri e un decreto interministeriale per i dettagli.
Questo intervento fa parte delle misure richieste dall’Unione Europea per ridurre i sussidi ambientali dannosi. La Commissione considera il diesel più inquinante della benzina. Le risorse ricavate andranno al trasporto pubblico locale, ma il governo sta valutando di rinviare l’aumento al gennaio 2026.
Il rialzo delle accise era stato anticipato nella legge di bilancio, scatenando molte polemiche. I partiti di maggioranza avevano promesso in campagna elettorale di ridurre le imposte su carburanti. Ora, però, il governo deve affrontare questa decisione, anche per finanziare il rinnovo dei contratti degli autoferrotranvieri.
Secondo il Codacons, un aumento di 1 centesimo al litro costerà agli automobilisti italiani 245 milioni di euro. Se l’incremento sarà di 2 centesimi, la stangata salirà a 490 milioni. L’Italia ha 16,7 milioni di auto diesel: il peso economico colpirà quasi la metà delle famiglie.
L’opposizione accusa la Premier Meloni di non mantenere le promesse elettorali. Francesco Boccia (PD) critica il governo per aver nascosto le intenzioni sull’aumento. Tino Magni (Avs) parla di “tradimento verso gli italiani”.
Dalla maggioranza, Giorgio Salvitti (FdI) difende la misura. Sottolinea l’importanza della tutela ambientale e degli investimenti nel trasporto pubblico. Salvitti assicura che sono allo studio esenzioni per alcune categorie e il rinvio al 2026.
Intanto, la tensione politica cresce, e gli italiani fanno i conti con il peso di questa nuova imposta.
Fonte: Fanpage
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