Un grave episodio di abuso di potere da parte delle forze dell’ordine ha scosso l’opinione pubblica italiana. Il sostituto commissario della questura di Bologna è stato iscritto nel registro degli indagati per aver ordinato una perquisizione corporale arbitraria ai danni di una giovane attivista del movimento Extinction Rebellion durante il G7 di Scienza e Tecnologia, tenutosi a luglio 2024. L’inchiesta è stata avviata dopo che l’attivista, Valentina, ha denunciato di essere stata costretta a spogliarsi completamente e a eseguire esercizi fisici sotto la sorveglianza di un’agente donna, nella ricerca di presunti “materiali di propaganda”.
Secondo il giudice per le indagini preliminari, Letizio Magliaro, l’atto di perquisizione è stato eseguito in modo illecito, in quanto non vi erano motivazioni legittime né per il trattamento subito né per la modalità adottata. Il magistrato ha definito la scelta del commissario “arbitraria” e ha sottolineato che l’atto “non era sostanzialmente legittimo”, in quanto la giovane non aveva nulla da nascondere, e le modalità impiegate risultavano incongruenti rispetto alla finalità della perquisizione.
La vicenda ha riaperto il dibattito sull’abuso dei poteri da parte delle forze dell’ordine, soprattutto in relazione alle manifestazioni politiche. Il movimento Extinction Rebellion ha condannato l’accaduto come parte di una serie di abusi nei confronti dei manifestanti. Secondo il movimento, il caso di Bologna non è isolato, citando episodi simili verificatisi in altre città come Brescia, dove donne sono state sottoposte a perquisizioni senza giustificato motivo.
Il caso ha anche diviso le istituzioni. Mentre il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha difeso tali pratiche come “necessarie” per la sicurezza, il gip bolognese ha richiesto un’applicazione rigorosa e non abusiva delle normative, concludendo che storie come questa vanno portate alla luce per difendere la democrazia e i diritti civili.
fonte: Fanpage.it
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