«In risposta ai mesi di continui attacchi del regime iraniano contro lo Stato di Israele, le Forze di difesa israeliane stanno attualmente conducendo attacchi mirati contro obiettivi militari in Iran. Il regime iraniano e i suoi alleati nella regione attaccano Israele senza sosta dal 7 ottobre, su sette fronti, compresi attacchi diretti dal suolo iraniano.
Come ogni altro paese sovrano del mondo, lo Stato di Israele ha il diritto e il dovere di rispondere. Le nostre capacità difensive e offensive sono pienamente mobilitate. Faremo tutto il necessario per difendere lo Stato di Israele e il popolo di Israele». – queste le parole che sarebbero state dichiarate nella notte dall’Idf attraverso un post su X, annunciando l’inizio dell’attacco aereo contro l’Iran. Un «attacco preciso», che avrebbe avuto come bersaglio i siti militari iraniani. I danni sarebbero stati «limitati», per cui Teheran non sembrerebbe essere stata destabilizzata più di tanto. Almeno questo è quanto sarebbe stato affermato, questa mattina stessa, dalla città vittima dell’attacco.
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Con questo attacco all’Iran, le promesse di Israele sembrerebbero quindi essere state mantenute. È risaputo infatti che, in tempi di guerra, è estremamente difficile prevedere con esattezza le tempistiche di un attacco, che possono variare da settimane, a mesi , e volte potrebbero volerci perfino degli anni. In questo caso però la risposta di Benjamin Netanyahu non si sarebbe fatta attendere molto. Il caso ha voluto che proprio in quello stesso giorno, Teheran avrebbe dichiarato di avere pronti mille missili in caso di attacco da parte di Israele.
I bombardamenti, avvenuti durante la notte, avrebbero puntato come obiettivo i militari degli ayatollah e dei loro proxy. Inoltre sarebbero stati segnalati raid anche in Siria, probabilmente contro qualche unità dei Pasdaran.
“Come ogni altro Paeae sovrano nel mondo lo Stato di Israele ha il diritto e il dovere di rispondere”, a causa “del regime iraniano e dei suoi delegati nella regione che attaccano incessantemente Israele”- questo il comunicato che sarebbe stato diffuso dalle Idf , in cui avrebbero specificato che il raid sarebbe arrivato solo in seguito ai ripetuti attacchi iraniani e dei suoi alleati, tra cui, in particolare, Hezbollah, che avrebbe fatto arrivare un drone sulla casa del primo ministro israeliano , direttamente dal Libano.
Il comunicato sarebbe poi proseguito così: “Le nostre capacità difensive e offensive sono completamente mobilitate”. I militari avrebbero poi aggiunto: “Faremo tutto il necessario per difendere lo Stato d’Israele e il popolo d’Israele”.
Anche la Casa Bianca avrebbe subito dichiarato la sua posizione sull’accaduto, sostenendo che quello di Israele è un atto di autodifesa e specificando che gli Stati Uniti non starebbero partecipando ai raid.
IL New York Times avrebbe parlato di rischio di guerra totale in Medio Oriente. Infatti non ci sarebbe solo da preoccuparsi dell’attacco israeliano delle ultime ore, ma anche della più che probabile risposta iraniana.
le Idf avrebbero infatti già diffuso un video in cui il contrammiraglio Daniel Hagari, loro portavoce, avrebbe dichiarato:”Stiamo conducendo una valutazione continua della situazione sul fronte interno e, in questa fase, non ci sono cambiamenti nelle istruzioni dell’Home Front Command. Dovete continuare a essere attenti e vigili e obbedire alle linee guida dell’Home Front Command”.
Parole per niente scontate, considerando che Iron Dome, il quale avrebbe già protetto Israele più di una volta, potrebbe essere bucato se saturato da un gran numero di missili, come infatti sarebbe accaduto con l’ultimo attacco dell’Iran.
“Una violazione della sua sovranità e del diritto internazionale”- con queste parole l’Arabia Saudita non avrebbe risparmiato la sua condanna ad Israele. L’avrebbe riportato la Saudi Press Agency (SPA) gestita dallo stato, ripresa dalla Cnn.
Il Regno, pur non menzionando Israele, avrebbe esortato tutte le parti a esercitare “la massima moderazione”, invitando la comunità internazionale ad agire, affinché le tensioni possano cessare e si possa porre fine al conflitto regionale.
Secondo quanto affermato in una nota da Pat Ryder, portavoce del Pentagono, Yoav Gallant, ministro della Difesa israeliano si sarebbe subito rivolto al capo del Pentagono Lloyd Austin per aggiornarlo sui risultati dell’operazione militare notturna contro l’ Iran.
Austin avrebbe ribadito l’impegno degli Stati Uniti nei confronti della sicurezza di Israele e del suo diritto all’autodifesa. Avrebbe perfino aggiunto che gli Stati Uniti sarebbero determinati “a impedire a qualsiasi attore di sfruttare le tensioni o di espandere il conflitto nella regione”.
Dall’intervento a RaiNews del vice premier e ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, sarebbe emersa la necessità di “scongiurare un’ulteriore escalation” nella regione ”con il lavoro della diplomazia”.
Fonte: Il Giornale