In un asilo di Olbia, molti genitori si sono visti allontanare o rifiutare i propri figli dai responsabili perché “ingestibili”. Ad altre due segnalazioni
all’Ufficio scolastico regionale si è portato alla luce il caso di un bambino di quattro anni. “Troppo vivace, bisognoso di molta attenzione e fonte di
distrazione per gli altri bambini”: così lo hanno definito le insegnanti che hanno chiesto ai genitori di assumere a loro spese un educatore che lo potesse
seguire in classe. I genitori si sono così rivolti a un avvocato. Dal 2 maggio per il piccolo le porte dell’asilo sono rimaste chiuse. I genitori si sono rivolti a
un avvocato, Oriana Erittu, che ha diffidato i gestori dell’istututo, sostenendo a più riprese che si stava mettendo in atto una vera e propria discriminazione ai danni
di un minore. “Il comportamento che noi abbiamo denunciato è seriale perché – spiega la legale – subito dopo il clamore mediato avuto dal primo episodio, il mio
studio è stato contattato da altre due coppie. In questi ultimi due casi non ci si vuole rivalere nei confronti della scuola, ma segnalare agli uffici competenti
un comportamento scorretto, per far sì che la struttura non riceva più finanziamenti pubblici”. “Il mio numero è stato dato a un’altra coppia di genitori e
credo mi contatteranno a breve – racconta l’avvocata Erittu – . Questo mi porta a pensare che i casi accaduti siano molti di più. In quanto scuola paritaria che
riceve sovvenzioni dalla Regione Sardegna, non può assolutamente imporre discriminazioni sugli alunni, ancora meno se queste vengono
fatte sulla base di patologie o disabilità. Così si lede il diritto all’istruzione”. I gestori dell’asilo non hanno più avuto contatti con questi genitori – i figli sono stati
tolti dall’istituto e trasferiti in altri sedi dopo la restituzione della retta – ma tramite la loro avvocata, Maria Grazia Calvini, escludono qualsiasi atto
discriminatorio nei confronti dei piccoli alunni. L’asilo ha già ricevuto una “richiesta urgente” di spiegazioni dall’Ufficio scolastico regionale, in cui si
chiarisce che le scuole private paritarie devono uniformarsi alle norme del sistema scolastico nazionale. Gli episodi di presunta discriminazione appena
segnalati risalgono al 2021 e al 2023: nel novembre di tre anni fa, dopo soli tre giorni di inserimento, un bambino è stato espulso perché ritenuto non
idoneo in quanto probabilmente autistico, e non gli è stata neanche prospettata la soluzione di essere affiancato da un educatore. Al centro del secondo
allontanamento c’è invece una bambina iscritta all’asilo nel 2023, per la quale era stato imposto ai genitori il pagamento di un educatore aggiuntivo: anche in questo caso la piccola era stata considerata ingestibile. Fonte tgcom24.