Arriva la condanna di Ruben Andreoli, il 48enne che uccise la madre

22 Ottobre 2025 - 15:00

Arriva la condanna di Ruben Andreoli, il 48enne che uccise la madre

La Corte d’Assise di Brescia ha condannato in primo grado Ruben Andreoli, 48 anni, a 24 anni di reclusione per l’omicidio della madre, Nerina Fontana, avvenuto il 15 settembre 2023 nella loro abitazione di Colombare di Sirmione.

«Ho fatto la cosa più brutta al mondo: ho ucciso mia madre», ha dichiarato Andreoli in aula, poco prima della lettura della sentenza. Il pubblico ministero Ettore Tirato aveva chiesto la pena dell’ergastolo, sostenendo l’aggravante del vincolo familiare e l’esclusione delle attenuanti generiche.

Durante l’udienza finale, presieduta dal giudice Roberto Spanò, l’imputato ha reso dichiarazioni spontanee, ripercorrendo quanto accaduto quel tragico giorno. Andreoli ha raccontato di aver avuto, dieci giorni prima del delitto, un «litigio stupido» con la madre, con la quale non aveva più parlato da allora. «Quel giorno – ha spiegato — abbiamo discusso per delle foto del mio matrimonio e tutto è esploso. Le tensioni accumulate negli anni, la morte di mio padre e la perdita del bambino da parte di mia moglie mi hanno fatto perdere il controllo. Ho distrutto tutto il mio mondo».

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Andreoli avrebbe aggredito la madre con calci e pugni durante la cena, colpendola prima in salotto e poi sul balcone. A dare l’allarme è stato un passante, che ha assistito alla scena dalla strada. Il primo a intervenire è stato un ex poliziotto in pensione, seguito poco dopo dai sanitari del 118. La donna, 72 anni, è stata trasportata d’urgenza alla Poliambulanza di Brescia, dove è deceduta nella notte.

Arrestato e portato nel carcere di Canton Mombello, Andreoli è stato sottoposto a perizia psichiatrica. Il perito, Giacomo Filippini, ha escluso l’infermità mentale, pur riconoscendo in lui una «personalità con aspetti disfunzionali significativi».

Prima della sentenza, Andreoli ha rivolto un ultimo appello alla Corte e ai familiari: «Ho ucciso mia madre, ma quel giorno ho ucciso anche me stesso. Vi chiedo solo pietà e una pena giusta». Secondo quanto riportato dall’Ansa, l’uomo avrebbe anche afferrato e lanciato il telefono di una giornalista che lo stava riprendendo in aula.

Il processo di primo grado si è concluso con la condanna a 24 anni di carcere per omicidio volontario.

Fonte: Fanpage.it

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