Arrestato un arbitro: comandava una rete che aggiustava le partite per le scommesse

31 Ottobre 2025 - 13:48

Arrestato un arbitro: comandava una rete che aggiustava le partite per le scommesse

Un caso di scommesse illegali ha sconvolto il calcio in Calabria e la Serie C: un direttore di gara di Reggio Calabria in manette, guidava una rete criminale e corrompeva i colleghi.

Avevano messo in atto un sistema studiato a tavolino indirizzando le partite per ottenere i risultati tali da poter riscuotere le scommesse: una rete criminale capitanata da un arbitro è stata scoperta grazie a un’indagine dei Carabinieri di Reggio Calabria e dalla Guardia di Finanza che hanno arrestato cinque persone accusate di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Un fischietto della sezione di Reggio Calabria, attivo nelle categorie Serie C, Primavera, Primavera 2, manipolava i risultati corrompendo i colleghi che andavano in campo con somme fino a 10mila euro a partita.

Un’organizzazione perfetta per far coincidere gli esiti degli incontri con specifiche scommesse fatte dal gruppo. Dietro a tutto ci sarebbero due imprenditori toscani titolari di un’agenzia di scommesse a Sesto Fiorentino che avrebbero utilizzato la loro attività per mascherare le giocate, effettuate anche con provider esteri non autorizzati. Le scommesse illegali hanno alterato il regolare svolgimento della Serie C, falsando il campionato.

Scommesse illegali in Serie C, 5 arresti

I Carabinieri di Reggio Calabria hanno cominciato a indagare nel gennaio 2024 grazie a una segnalazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli relativa ad un flusso anomalo di scommesse su di un incontro calcistico della categoria Primavera. In quasi due anni sono riusciti a scoperchiare l’intera rete che gestiva le scommesse illegali e cinque persone sono finite agli arresti domiciliari per associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva: tutta l’organizzazione era gestita da un arbitro della sezione di Reggio Calabria che coordinava tutto facendo in modo di indirizzare il risultato finale.

Non erano solo gli arbitri i protagonisti di questa rete criminale perché l’associazione era finanziata da due imprenditori toscani, padre e figlio, titolari di un’agenzia di scommesse a Sesto Fiorentino che figurano tra gli arrestati. Investivano soldi per corrompere i direttori di gara e piazzavano scommesse anche su provider esteri e non autorizzati per non destare sospetti sul flusso ingente di denaro.

Fonte: fanpage

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