Una coppia di anziani è stata vittima di una frode, a Forlì. Questi ultimi hanno ricevuto una chiamata in cui veniva detto loro che familiari, risultati positivi al Covid 19, avessero bisogno di soldi per le cure.
Durante la chiamata si sente chiaramente dire da un finto medico all’anziano: “Vostra figlia ha il Covid, servono soldi per le cure più urgenti”. Il primo pensiero è quello di contattare la donna o un affetto stretto che possa rassicurare i due genitori anziani sulle sue condizioni di salute.
Così gli anziani ci provano, ma in quel momento le altre linee telefoniche sono bloccate. Con un senso di ansia e solitudine crescenti, i due anziani acconsentono, pensando di salvare così la vita alla figlia.
Ai rapinatori hanno dato 26mila euro in contanti e 150 grammi di oggetti in oro. I due coniugi, dopo un momento di adrenalina iniziale, soprattutto nell’udire durante la telefonata dei rapinatori una voce di donna che in lontananza chiamava “mamma”, hanno pensato di chiamare la figlia per avere rassicurazioni ulteriori sul suo stato di salute.
La donna ha risposto, confermando di non aver mai contratto il Coronavirus. Il maxi-bottino è stato poi recuperato dalla Squadra Mobile della Questura di Forlì che ha seguito le poche tracce lasciate dai malviventi, ben organizzati in questo genere di truffe.
Solitamente le bande di questo tipo sono dislocate all’estero e hanno una rete d’appoggio in grado di bloccare le utenze telefoniche delle vittime prescelte per evitare che nel corso della chiamata-truffa, i malcapitati possano accertarsi delle condizioni di salute dei loro cari anche solo con un messaggio.
La polizia è riuscita ad arrestare a Bologna due giovani, uno di 23 e l’altro di 25 anni, con l’accusa di truffa. L’inchiesta ha portato la squadra mobile di Forlì ad un Bed & Breakfast del centro storico di Bologna.
Qui è stato effettuato un blitz, insieme ai poliziotti della questura locale: all’interno di una stanza, nascosti dietro un calorifero, dei plichi con ben 35mila euro in contanti e un chilo e mezzo di gioielli.
Il tutto sarebbe frutto di almeno 7 truffe compiute in Emilia-Romagna.