Antonio Giordano: Un Faro di Speranza per i Pazienti Oncologici Affetti da Malnutrizione e Disfunzioni Metaboliche

19 Settembre 2024 - 10:41

Antonio Giordano: Un Faro di Speranza per i Pazienti Oncologici Affetti da Malnutrizione e Disfunzioni Metaboliche

Il professor Antonio Giordano si distingue come una figura centrale nello studio della malnutrizione e delle disfunzioni metaboliche nei pazienti oncologici, condizioni che spesso compromettono gravemente la qualità della vita. Attraverso la sua ricerca pionieristica, Giordano esplora nuovi approcci terapeutici, sottolineando l’importanza di una valutazione nutrizionale mirata e di trattamenti personalizzati per combattere la cachessia e migliorare le prospettive di guarigione. Le sue scoperte stanno rivoluzionando il modo in cui viene affrontata la nutrizione in oncologia.

I pazienti oncologici spesso soffrono di disfunzione metabolica che porta a una grave perdita di peso correlata a una prognosi sfavorevole. Le cause di questa disfunzione includono malnutrizione e cachessia, un’infiammazione sistemica che colpisce i meccanismi cerebrali che regolano la sazietà e la fame. La malnutrizione nei pazienti oncologici può derivare da masse tumorali nel tratto gastrointestinale che ostruiscono l’assorbimento dei nutrienti o dal metabolismo elevato delle cellule tumorali, che consumano voracemente i nutrienti dal sangue o dal microambiente, privando le cellule dei tessuti sani. L’infiammazione sistemica cronica indotta dal tumore causa disfunzione endocrina, riducendo l’appetito (anoressia) alterando i centri ipotalamici della fame e della sazietà, aumentando il catabolismo proteico nei muscoli e il catabolismo lipidico nel tessuto adiposo. Le terapie antitumorali hanno un ulteriore impatto sullo stato nutrizionale alterando il metabolismo endocrino o causando mucosite, che ostacola l’assunzione di cibo.

L’equipe del Prof. Antonio Giordano

I ricercatori che lavorano sotto la guida del rinomato oncologo Prof. Antonio Giordano, M.D., Ph.D., fondatore e presidente della Sbarro Health Research Organization (SHRO) presso la Temple University hanno esaminato i meccanismi attraverso i quali le cellule tumorali o le terapie antitumorali inducono queste alterazioni metaboliche che portano a malnutrizione e perdita di peso nei pazienti oncologici. Guidati da Salvatore Cortellino, Ph.D., del Responsible Research Hospital di Campobasso, Italia, con i collaboratori SHRO Margherita D’Angelo e Massimiliano Quintiliani, hanno pubblicato l’articolo, “Cancer Knocks You Out by Fasting: Cachexia as a Consequence of Metabolic Alterations in Cancer”, sul Journal of Cellular Physiology. La loro revisione esplora anche approcci terapeutici come nutraceutici, terapie farmacologiche e cambiamenti nello stile di vita per contrastare il deperimento fisico e migliorare la qualità della vita e la prognosi dei pazienti oncologici.

“La malnutrizione colpisce il 20-70% dei pazienti oncologici, peggiorandone le condizioni di vita e riducendone la risposta alle terapie, compromettendo così la prognosi e l’aspettativa di vita”, afferma Giordano. “Valutare la composizione corporea e lo stato nutrizionale dovrebbe diventare uno standard nella pratica clinica per migliorare le condizioni psicofisiche dei pazienti oncologici che affrontano trattamenti impegnativi. L’introduzione di programmi specifici nella formazione accademica per medici e operatori sanitari, insieme alla fornitura di tecnologie e strumentazione ospedaliera appropriate, è essenziale per valutare questi parametri fisiologici”.

“Il tumore sfrutta vari percorsi per sostenersi, inducendo cambiamenti sistemici che portano l’organismo a entrare in uno stato simile al digiuno a causa della riduzione dell’appetito e delle difficoltà di alimentazione”, spiega Cortellino. “In questa condizione, l’organismo mobilita le riserve energetiche rilasciando acidi grassi dal tessuto adiposo e amminoacidi dal muscolo scheletrico. Il tumore utilizza gli acidi grassi per l’energia e gli amminoacidi per sintetizzare componenti cellulari necessari alla sua crescita o per alimentare la gluconeogenesi nel fegato, producendo così glucosio, che le cellule tumorali consumano avidamente”.

“I nutraceutici possono aiutare in modo significativo i pazienti oncologici fornendo nutrienti essenziali necessari per sopportare trattamenti debilitanti e potenzialmente migliorare le risposte terapeutiche”, aggiunge Giordano. “Date queste considerazioni e prove cliniche, è consigliabile mettere in guardia i pazienti oncologici dall’adottare diete improvvisate o ampiamente pubblicizzate sui social media, come diete ipocaloriche (digiuno intermittente) e diete chetogeniche, poiché potrebbero deteriorare le condizioni nutrizionali e cliniche del paziente, compromettendone così la prognosi”.

Informazioni sulla Sbarro Health Research Organization

La Sbarro Health Research Organization (SHRO) è un ente di beneficenza senza scopo di lucro impegnato a finanziare l’eccellenza nella ricerca genetica di base per curare e diagnosticare il cancro, le malattie cardiovascolari, il diabete e altre malattie croniche e a promuovere la formazione di giovani medici in uno spirito di professionalità e umanità. Per saperne di più sulla SHRO, visita Shro.org .

Fonte: Newswise

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