Andrea Covelli rapito, ucciso e sepolto nel bosco: orrore a Pianura

2 Luglio 2022 - 9:30

Andrea Covelli rapito, ucciso e sepolto nel bosco: orrore a Pianura

Alla fine è arrivata la conferma:
Andrea Covelli è stato ucciso,
è suo il corpo rinvenuto ieri, 1 luglio, in un’area periferica di Pianura, a Napoli; sul cadavere sarebbero state rinvenute ferite da arma da fuoco.

Il 27enne era scomparso nella notte del 29 giugno, secondo i familiari era stato rapito da due ragazzi.

Da allora non si avevano avuto più sue notizie.

Fino al pomeriggio di ieri, quando la Polizia di Stato ha trovato il cadavere in un terreno di via Pignatiello, nella zona della Selva, ai piedi della collina dei Camaldoli.

La scoperta sarebbe arrivata dopo una “soffiata”: giovedì, mentre era in corso la manifestazione nel quartiere, ai familiari sarebbe arrivata una telefonata anonima con l’indicazione di cercare “nella Selva”.

I familiari sono stati convocati subito dopo il ritrovamento, la madre si è rifiutata di riconoscere il corpo per via delle condizioni in cui si trovava ed ha accusato un malore. 

Giovedì parenti e amici erano scesi
in strada, per la seconda volta in due giorni, per chiedere alle forze dell’ordine di intensificare le ricerche e a chi aveva rapito il 27enne di lasciarlo libero.

Le indagini sono affidate alla Squadra Mobile della Questura di Napoli (diretta da Alfredo Fabbrocini), che ora dovrà fare luce su quello che è successo al 27enne.

L’autopsia si terrà con tutta probabilità nei prossimi giorni,
ma le condizioni in cui è stato trovato il corpo, il luogo del ritrovamento e i le ferite riscontrate, riconducibili a colpi di pistola, non lasciano dubbi sul fatto che si tratti di omicidio.

Resta da capire quando il giovane sia stato ucciso e se sia successo sul luogo del ritrovamento o se il corpo sia stato portato lì successivamente.

I familiari avevano perso i contatto con Covelli intorno alle 3 del mattino del 29 giugno. Secondo la loro versione, raccontata anche in numerosi post sui social, il 27enne era uscito per comprare dei cornetti, era fermo in attesa che lo raggiungesse un’amica con cui aveva un appuntamento.

Sarebbero, invece, arrivati due sconosciuti in moto.

Le telecamere di alcuni esercizi commerciali avrebbero ripreso Covelli mentre veniva bloccato dai due, che lo avrebbero obbligato a seguirlo.

Il ragazzo sarebbe salito sul loro mezzo come passeggero, mentre l’altro della coppia si sarebbe messo alla guida dell’Sh 150 del 27enne.

I tre sarebbero stati ripresi, ancora, mentre si dirigevano dal bar di Soccavo a Pianura, svoltando a destra dopo la rotonda, quindi verso via Padula o via Vicinale Pignatiello.

È possibile che il 27enne conoscesse i due e che sia stato attirato in trappola.

Che credesse, insomma, di stare andando ad un incontro e che non corresse alcun pericolo.

Sarebbe stato invece ammazzato e lasciato in un’area di campagna, probabilmente con l’intenzione di non farne più ritrovare il corpo.

Un paio d’ore prima di venire sequestrato, il ragazzo era stato anche in un altro bar: intorno alla mezzanotte si era fermato in un locale di Fuorigrotta, dove aveva acquistato dei cornetti da portare via; anche questa circostanza è al vaglio degli inquirenti, che cercano di ricostruire le sue ultime ore prima della scomparsa.

Spetterà alla Squadra Mobile chiarire anche i retroscena di questa vicenda, che al momento appaiono tutt’altro che scontati.

Covelli, infatti, non risulta organico a nessun clan, era incensurato e secondo i genitori non era coinvolto in attività criminali.

Versione naturalmente al vaglio degli inquirenti, che stanno indagando sulla cerchia delle sue frequentazioni.

Di certo il giovane conosceva diversi esponenti del clan Carillo-Perfetto, anche loro residenti in via Evangelista Torricelli, e suo fratello fino a un paio di anni fa era considerato vicino a quella cosca, erede dei Marfella-Pesce ed oggi in lotta con i Calone.

I familiari hanno inoltre riferito che il 27enne sarebbe stato picchiato in diverse occasioni in strada (l’ultima volta a dicembre), ma non hanno saputo spiegare il motivo di quelle aggressioni che all’epoca non erano state denunciate.