Maria Rosaria Boccia, ex collaboratrice dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano, in occasione della Giornata Nazionale contro la violenza sulle donne ha scritto una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
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La donna ho voluto accendere l’attenzione sul trattamento ricevuto dalla stampa, ma soprattutto sui giudizi critici, da lei ritenuti inopportuni, espressi dall’attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Maria Rosaria Boccia scrive: “La ‘nostra’ Presidente del Consiglio nel tentativo di salvaguardare le logiche di partito ed alcune scelte infelici è disposta dare in pasto all’intero Paese l’immagine fuorviante di una Donna senza morale capace di chissà quali ‘malefatte'”.
“Inutile rappresentarLe – ha poi aggiunto l’imprenditrice – con quale fatica stia conducendo la mia vita personale e professionale. All’indomani di quelle dichiarazioni poste in essere non di certo da una persona qualsiasi sono stata costretta a fare i conti con il pubblico ludibrio”.
Successivamente, l’ex collaboratrice coinvolta nello “scandalo Sangiuliano” avrebbe pubblicato sui social un video contenente delle dichiarazioni, sul suo conto, fatte da Giorgia Meloni, risalenti allo scorso settembre, quando la premier era stata interpellata sul caso, in occasione di un evento pubblico a Cernobbio: “La mia idea su come una donna deve guadagnarsi uno spazio nella società è diametralmente opposta a quella di questa persona” – queste le parole utilizzate dalla premier all’epoca dei fatti.
A questo punto la Boccia, riferendosi a queste dichiarazioni, si sarebbe chiesta:”È giusto usare questo linguaggio nei confronti di una donna che non si conosce e soprattutto che ha dimostrato di non essere una millantatrice?”.
“Ho deciso di manifestarLe la mia difficoltà in una giornata così particolare e nobile – avrebbe poi concluso rivolgendosi a Mattarella – affinché possa esserci una maggiore sensibilizzazione e meno ipocrisia nel trattare un tema troppo serio ed importante che richiede coraggio, unitamente all’obiettivo di formularLe la richiesta di intervento quale massima Istituzione super partes in modo da ripristinare la salvaguardia della dignità di donna altamente lesa e mortificata anche e soprattutto dalla presa di distanza delle Istituzioni. Per ció che invece riguarda la mia persona, la condanna sociale che si è scelto di infliggermi probabilmente dovrò scontarla ancora a lungo, è questa la violenza più dura che sto subendo e contro la quale rischio di non avere la forza di combattere. Nel ringraziarLa per l’attenzione che vorrà prestare alla presente, Le porgo i più cordiali saluti”.