Ancora scintille tra Boccia e Meloni, l’imprenditrice scrive a Mattarella: “Meloni dice che sono senza morale”

25 Novembre 2024 - 13:32

Ancora scintille tra Boccia e Meloni, l’imprenditrice scrive a Mattarella: “Meloni dice che sono senza morale”

Maria Rosaria Boccia, ex collaboratrice dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano, in occasione della Giornata Nazionale contro la violenza sulle donne ha scritto una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

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La donna ho voluto accendere l’attenzione sul trattamento ricevuto dalla stampa, ma soprattutto sui giudizi critici, da lei ritenuti inopportuni, espressi dall’attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Maria Rosaria Boccia scrive: “La ‘nostra’ Presidente del Consiglio nel tentativo di salvaguardare le logiche di partito ed alcune scelte infelici è disposta dare in pasto all’intero Paese l’immagine fuorviante di una Donna senza morale capace di chissà quali ‘malefatte'”.

“Inutile rappresentarLe – ha poi aggiunto l’imprenditrice – con quale fatica stia conducendo la mia vita personale e professionale. All’indomani di quelle dichiarazioni poste in essere non di certo da una persona qualsiasi sono stata costretta a fare i conti con il pubblico ludibrio”.

Successivamente, l’ex collaboratrice coinvolta nello “scandalo Sangiuliano” avrebbe pubblicato sui social un video contenente delle dichiarazioni, sul suo conto, fatte da Giorgia Meloni, risalenti allo scorso settembre, quando la premier era stata interpellata sul caso, in occasione di un evento pubblico a Cernobbio: “La mia idea su come una donna deve guadagnarsi uno spazio nella società è diametralmente opposta a quella di questa persona” – queste le parole utilizzate dalla premier all’epoca dei fatti.

A questo punto la Boccia, riferendosi a queste dichiarazioni, si sarebbe chiesta:”È giusto usare questo linguaggio nei confronti di una donna che non si conosce e soprattutto che ha dimostrato di non essere una millantatrice?”.

Di seguito il testo della lettera di Maria Rosaria Boccia rivolta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella:
“Dalla fine della stagione estiva – scrive l’ex collaboratrice di Sangiuliano – periodo in cui è esploso il caso che mio malgrado mi ha riguardata, sono costretta ad assistere quotidianamente ad una mortificazione della mia persona in quanto donna, senza precedenti. L’interrogativo che mi pongo, e che sento l’esigenza di trasferirLe è comprendere se è possibile che nel nostro Paese possa essere consentito che, laddove una donna raggiunga un obiettivo/traguardo con dedizione e sacrificio, debba alimentarsi il sospetto di una propria ‘leggerezza morale’ e dell’usare il proprio essere donna per ‘ritagliarsi il proprio spazio nella società'”.
“Inutile rappresentarLe con quale fatica da quel momento stia conducendo la mia vita sia sotto il profilo personale che professionale”, aggiunge Boccia, spiegando che è “stata allontanata da tutti, senza un reale motivo; addirittura, dopo essermi contraddistinta con dedizione e tenacia nel mio lavoro, sono stata definita poco più che una hostess, un’arrampicatrice, persino il conseguimento del titolo di Laurea è diventato un’invenzione conseguenza del mio essere millantatrice”.
“Altresì – ha aggiunto – sotto l’aspetto professionale, in relazione alla natura del mio lavoro che mi porta a relazionarmi ed interfacciarmi direttamente ed indirettamente con l’ambiente Istituzionale – la maggior parte dei miei interlocutori, pur non avendo natura pubblicistica è condizionata dal gradimento politico – quale mera conseguenza delle parole pronunciate dalla premier, tutte le porte mi si sono sbarrate improvvisamente nonostante alcuna mia condotta sia stata idonea a giustificare simili reazioni. Ho tentato invano di richiedere l’intervento del Garante in relazione alla denigratoria campagna d’informazione mossa nei miei confronti mediante la pubblicazione di una serie di notizie destituite di ogni fondamento e senza alcuna preventiva verifica circa la loro veridicità prima della pubblicazione, ciononostante avvenuta con il solo fine di screditare la mia persona e ledere la mia onorabilità e reputazione”.

“Ho deciso di manifestarLe la mia difficoltà in una giornata così particolare e nobile – avrebbe poi concluso rivolgendosi a Mattarella – affinché possa esserci una maggiore sensibilizzazione e meno ipocrisia nel trattare un tema troppo serio ed importante che richiede coraggio, unitamente all’obiettivo di formularLe la richiesta di intervento quale massima Istituzione super partes in modo da ripristinare la salvaguardia della dignità di donna altamente lesa e mortificata anche e soprattutto dalla presa di distanza delle Istituzioni. Per ció che invece riguarda la mia persona, la condanna sociale che si è scelto di infliggermi probabilmente dovrò scontarla ancora a lungo, è questa la violenza più dura che sto subendo e contro la quale rischio di non avere la forza di combattere. Nel ringraziarLa per l’attenzione che vorrà prestare alla presente, Le porgo i più cordiali saluti”.

Fonte: Fanpage.it

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