Napoli, 02 ottobre-“Solo due detenuti del carcere di Poggioreale hanno chiesto di esercitare il loro diritto al voto anche se imputati.
Nessun detenuto a Benevento, Santa Maria Capua Vetere e Salerno. Alle ultime regionali erano stati 48 votanti, mentre alle ultime politiche furono 120.
Cresce un disinteresse verso la politica che per certi versi ha rimosso il carcere, anche in questa sofferenza pandemica. E’ necessario fornire ai detenuti gli
strumenti per votare in maniera seria e consapevole. “, così il garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello nel comunicare all’opinione pubblica i dati dei detenuti
campani che hanno fatto richiesta di votare per le prossime amministrative del 3 e 4 ottobre. Nel nostro ordinamento, l’art. 48 Cost. riconosce il diritto all’elettorato attivo e ne prevede i limiti
nell’incapacità civile, per effetto di sentenza penale irrevocabile e nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.
Il garante Ciambriello così conclude:” i detenuti sono poco informati sui loro diritti e le modalità di come esercitarli, i politici pur avendo la prerogativa di
entrare in carcere non lo fanno. C’è il populismo penale che si coniuga con quello politico e poi la procedura per votare è infatti estremamente tortuosa.
Gli artt. 8 e 9 della L. 23 aprile 1976, n. 136, prevedono la costituzione di un seggio elettorale speciale nel luogo di detenzione. È previsto un onere importante per i detenuti che intendono votare:
questi, con il tramite dell’Ufficio Matricola del carcere, non oltre il terzo giorno antecedente alla data della votazione, devono far pervenire una
dichiarazione attestante la propria volontà al sindaco del comune nelle cui liste elettorali sono iscritti. Anche la complessità di questa procedura spiega la bassissima affluenza alle consultazioni negli ultimi anni. “