Amadeus sbotta: ” Sanremo a Marzo se tutti lo vogliono o ci rivediamo al 2022″

23 Gennaio 2021 - 14:54

Amadeus sbotta: ” Sanremo a Marzo se tutti lo vogliono o ci rivediamo al 2022″

Festival e Covid, cosa succede? «Chiarisco una cosa: non vorrei che sembrasse che mi sono

intestardito a fare Sanremo a tutti i costi. Lo deve volere la Rai, la discografia e la città di Sanremo.

Lo dobbiamo volere tutti: o siamo compatti e lavoriamo per farlo al meglio oppure ci rivediamo nel 2022».

Lo dice senza giri di parole il conduttore e direttore artistico del Festival di Sanremo 2021,  Amadeus,

in un’intervista al “Corriere della Sera”. «La Rai è compatta, ma il fronte deve essere unito anche nei confronti di tutte le polemiche, sennò sembra il classico armiamoci e partite», sottolinea Amadeus. Quanto alla sicurezza sanitaria del festival, al momento fissato dal 2 al 6 marzo, aggiunge: «Io sono sempre stato chiaro: o Sanremo si fa in sicurezza – perché la salute viene al primo posto – oppure non si fa. Abbiamo l’esempio di Sanremo Giovani: è stato fatto in un teatro piccolo, con tanti cantanti e tecnici che si sono avvicendati sul palco. È andato tutto bene: non abbiamo avuto mezzo problema. Se il protocollo sanitario è preciso le cose si possono fare. Con Sanremo Giovani la Rai lo ha dimostrato».

Negli ultimi giorni sono molti a remare contro l’organizzazione del Festival n°71. Codacons,

il prefetto della provincia di Imperia, il sindaco di Sanremo, intellettuali e attori teatrali,

manifestazioni di protesta annunciate e la perdita dell’importante sponsor dei Ferrero: sostanzialmente la situazione è di vera confusione a 50 giorni dall’inizio della kermesse. Il timoniere Amadeus  ribadisce  nell’intervista

per il Corriere della Sera e ha esposto le seguenti condizioni per la realizzazione dell’evento:

– Pubblico in platea di 380 persone composte da figuranti contrattualizzati per ovviare al coprifuoco delle h 22 –

Giornalisti presenti in Sala Stampa e tamponati.

Per ora si parla di una rappresentanza limitata di massimo 80 accreditati con la funzione di votare

il venerdì dato che sarebbe confermata in presenza solo la conferenza quotidiana dell’ora di pranzo

mentre tutta la mastodontica macchina che ruota intorno alle interviste si sposterebbe in formato

streaming – Un protocollo sanitario che non desti recriminazioni da parte dell’apparato dello spettacolo

e della cultura, senza privilegi particolari ma che si inserisca comunque sotto la categoria di spettacolo

televisivo – Il rifiuto di un rinvio alla tarda primavera perché diventerebbe una sorta di Festivalbar e perché non ci sono certezze di restrizioni minori rispetto a ora – La compattezza di tutti i soggetti in gioco con la minaccia di annullare il tutto se non si raggiungerà un accordo condiviso.

Amadeud dichiara al Corriere della Sera: “«Se lo posticipi a maggio non è Sanremo, ma il Festivalbar. E poi chi ci dice che a maggio avremo lasciato le mascherine e potremo abbracciarci tranquillamente? Se così fosse firmerei subito, ma a maggio probabilmente saremo più o meno nella stessa situazione. Quindi spostarlo per trovarsi con gli stessi problemi non avrebbe senso. Chiarisco una cosa: non vorrei che sembrasse che mi sono intestardito a fare Sanremo a tutti i costi. Lo devo volere la Rai, la discografia e la città di Sanremo. Lo dobbiamo volere tutti: o siamo compatti e lavoriamo per farlo al meglio oppure ci rivediamo nel 2022».

Infine, oltre a Elodie, come co-conduttrice per una sera «abbiamo chiuso con Matilda De Angelis che sta avendo un grande successo con ‘The Undoing’, la serie con Nicole Kidman e Hugh Grant. Mi piace perché è una giovane attrice, spigliata, con una caratura già internazionale: sarà l’occasione per farla conoscere ancora di più».

Le parole di Emma Dante sono state come un segnale di guerra. Renzo Arbore (come scrive la Stampa) dice: “Il Festival deve fare di necessità virtù. Non puoi avere un vero pubblico, ma puoi avere degli extra. Basterà questo ad Amadeus e Fiorello che sono bravissimi e possono ancora inventare qualcosa di adatto a suonare. Non si può ignorarlo: gli spettatori sanno benissimo che teatri e cinema sono ancora chiusi e che è un Festival nato da una pandemia ”.

Al Bano propone persino il rinvio: “Se deve diventare una festa a metà strada, non sarebbe meglio aspettare tempi migliori?” Per Iva Zanicchi, “non si può avere un Festival di Sanremo senza il pubblico e il suo calore. Sarebbe molto triste.”

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