Peggiora giorno dopo giorno la situazione legata alla pandemia Covid in Campania. Il presidente dell’ordine dei Medici di Napoli, Bruno Zuccarelli, ha deciso di lanciare un allarme e di chiedere aiuto al governo. Il professore si è confrontato con i colleghi degli altri ospedali di Napoli e provincia che hanno condiviso tutti lo stesso quadro preoccupante. «La situazione è critica, abbiamo bisogno di aiuto ora – sono le parole di Zuccarelli -. Roma decida per una misura drastica». Secondo il presidente, lo scenario non è mai stato tanto allarmante: «Né all’indomani del primo lockdown né nella seconda e terza ondata, la situazione è stata tanto grave – ha spiegato il professore – ora rischiamo di perderne il controllo. Ciò che si decide oggi avrà effetto fra 10-15 giorni».
Dunque l’appello all’esecutivo affinché vengano pensate e applicate misure più severe: «Se vogliamo evitare il peggio si intervenga subito, non metteteci in condizione di dover applicare il codice nero», ha precisato Zuccarelli riferendosi al percorso medico che si è costretti a seguire quando si è alle prese con numeri altissimi di malati Covid, e quando non si hanno abbastanza forze o strumenti e dunque occorre decidere chi curare e chi no. In Campania, l’occupazione dei posti letto nelle terapie intensive subisce incrementi quotidiani ed è arrivata al 9%, dunque a un passo dalla soglia critica. Mentre nei reparti ordinari, i posti letto occupati dai malati Covid arrivano al 19%. Anche il presidente Vincenzo De Luca continua a chiedere misure più rigide per combattere l’ultima incontenibile ondata di virus spinta dalla variante Omicron. L’ultima rilevazione della Regione conta 16.972 nuovi contagi, altri 40 ricoveri e 26 vittime legate al Covid.
Sale ancora, e fa paura, il tasso di occupazione dei posti letto in area Covid negli ospedali italiani. Si arriva, a livello nazionale, al 21%, secondo gli ultimi dati Agenas aggiornati al 5 gennaio 2022. In 24 ore questa percentuale cresce in ben 13 regioni: Calabria (al 33%) Liguria (32%), Abruzzo (17%), Lombardia (23%), Marche (24%), Molise (13%), Piemonte (25%), Puglia (13%), Sardegna (11%), Sicilia (25%), Toscana (17%), Umbria (28%) e Veneto (21%). Stabili, invece, ma comunque oltre la soglia del 15%, le regioni Basilicata (20%), Campania (19%), Emilia Romagna (18%), Friuli (24%), Lazio (20%) e Trento (19%). Si registra, invece, un tasso in calo a Bolzano (16%) e Valle d’Aosta che resta comunque al 45%, confermandosi come la regione con la situazione più critica d’Italia. Con questi numeri Calabria e Liguria rischiano la zona arancione.