Poteva essere salvato,la sua morte era evitabile.
Queste le parole dei consulenti che si sono espressi a seguito della morte del neonato,Alexander,all’ospedale di Milano dopo quattro giorni di agonia.
“Nel dettaglio, i periti hanno contestato che non fossero stati gli adeguati controlli durante le ultime ore della gravidanza e pochi minuti prima del parto: da qui la conclusione della responsabilità dell’ospedale.”
Come spiega Il Giorno, i genitori hanno provveduto, tramite l’avvocato Andrea Marzorati, anche un ricorso civile per ottenere una perizia anche di due consulenti nominati dal Tribunale. Il legale in una nota spiega che: “Nella relazione del Tribunale viene evidenziato che al Pronto Soccorso del Buzzi alla madre venne trovata della proteinuria nelle urine”. Ma non ci sarebbero stati accertamenti: “Il controllo è stato fatto in soli 40 minuti con 5 rilevazioni, una ogni 10 minuti. “Eppure: “Le linee guida prevedono tempi molto più lunghi”.
I periti del Tribunale hanno poi aggiunto che “la condotta doverosamente prudente omessa avrebbe evitato il verificarsi di un quadro di distacco severo di placenta e quindi, in ultima analisi, il gravissimo quadro di encefalopatia ipossico-ischemica del neonato e, di conseguenza, la morte di Alexander”.
Fonte: fanpage