Tutto pronto al Teatro Totò dove il beniamino del pubblico napoletano Benedetto Casillo da venerdì 3 a domenica 12 marzo, presenterà la commedia cult “Il settimo si riposò”. Il thriller comico scaturito nel 1969 dalla penna del giornalista libanese trapiantato a Napoli, Samy Fayad, che punta tutto sul grottesco rapporto di reciproca antipatia tra due dirimpettai di uno stesso condominio della nostra città di Napoli. Diretto e adattato dallo stesso Casillo, da anni impegnato nel presentarlo con successo in teatro nei panni del protagonista Antonio Orefice, il lavoro, nella sala di via Frediano Cavara diretta da Gaetano Liguori, vedrà in scena, anche Patrizia Capuano e Gennaro Morrone insieme al resto della compagnia completata da Luciano Piccolo, Enza Barra, Manila Ajello, Marco Lanzuise, Salvatore Catanese, Ida Anastasio, Orentia Marano e Tonia Filomena. “ Uno dei due galletti- si legge nelle note dello spettacolo- non compare mai inscena ma è prepotentemente sempre presente nei pensieri del protagonista della nostra storia, Antonio Orefice, sedentario e anonimo impiegato che la domenica la passa in pantofole aspettando l’ora di pranzo e la mitica trasmissione radiofonica “Tutto il calcio minuto per minuto”.
Il classico sportivo da sofà. L’unico esercizio fisico che contempla ed esegue è la camminata dalla poltrona alla postazione cannocchiale con il quale osserva e scruta le avventure del suo odiato dirimpettaio. E cerca in ogni modo di rovinargli le continue feste e festicciole che il gaudente nemico si concede platealmente con comitive di amici allegri e chiassosi fino a notte inoltrata. Vendetta, tremenda vendetta. La domenica mattina è la giornata della rivalsa per il nostro Orefice. Ma a volte anche il destino sembra accanirsi contro i poveri cristi come lui. E questa domenica per don Antonio diventerà proprio una domenica decisamente bestiale. La radio annuncia che un pericoloso bandito è evaso da un carcere del Nord ed è stato avvistato dirigersi verso Sud. Tutta la popolazione è avvisata di stare in allerta. Il bandito è armato e potrebbe ritrovarsi in una qualsiasi parte d’Italia. Solo questo ci mancherebbe: che il gangster si intrufolasse in casa Orefice! Passa l’angelo e dice Amen. Il malvivente irrompe giusto in casa dello sconfortato impiegatuccio. Lui e tutta la sua famiglia restano in ostaggio del criminale che decide di nascondersi a Napoli per, poi, imbarcarsi per la Tunisia. La casa di Antonio si affolla mano a mano di pittoreschi personaggi, per un turbinio di incontrollabili pirotecniche situazioni fino all’epilogo più fantozziano possibile per lo scalcinato protagonista”.