AI premiata ai Nobel: il premio per la fisica va a Hopfield e Hinton

8 Ottobre 2024 - 13:46

AI premiata ai Nobel: il premio per la fisica va a Hopfield e Hinton

Una splendida telefonata avrà interrotto la quotidianità di John J. Hopfield e Geoffrey E. Hinton. Nella mattina di martedì 8 ottobre 2024 il segretario dell’Accademia Reale Svedese delle Scienze ha comunicato ai due fisici, cogliendoli probabilmente nel sonno, di aver ottenuto il Premio Nobel per la Fisica.
Il prestigioso riconoscimento, assegnato con cadenza annuale, è stato conseguito dai due scienziati per scoperte nell’ambito dell’apprendimento automatico, ossia quello dell’intelligenza artificiale, con reti neurali artificiali ispirate alla struttura delle reti di neuroni presenti nel cervello umano.
“John Hopfield ha creato una memoria associativa che sa immagazzinare e ricostruire immagini e altri elementi ricorrenti nei dati. Geoffrey Hinton ha inventato un metodo che riesce autonomamente a individuare delle proprietà all’interno dei dati, per eseguire compiti come identificare specifici elementi all’interno delle immagini” questa la motivazione dell’assegnazione fornita dall’Accademia. Nello specifico, a Hinton viene riconosciuta la creazione di una rete neurale artificiale di tipo differente chiamata macchina di Boltzmann, così definita dal nome del fisico austriaco Ludwig Eduard Boltzmann. Questo modello è in grado di individuare specifiche proprietà nei set di dati e, tra le altre cose, di identificare e correggere anomalie del sistema. Per dare origine a questo metodo, Hinton si è ispirato a un tipo di rete neurale artificiale, la rete di Hopfield, ideato dallo stesso scienziato statiunitense nel 1982.
I due, entrambi docenti universitari, sono stati dunque premiati per il loro fondamentale contributo nello sviluppo del cosiddetto “apprendimento automatico profondo”. Importante è anche il loro monito relativo ai rischi dell’IA, Hinton si era esposto a tal proposito dopo aver lasciato Google, azienda per cui ha lavorato per oltre dieci anni, spiegando di non sentirsi libero di parlare di tali pericoli: “In questo momento le macchine non sono più intelligenti di noi, per quanto ne so. Ma penso che presto potrebbero esserlo”.

Fonte: Fanpage.it; la Repubblica

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