Nola, 04 novembre- La notizia è di qualche giorno fa e precisamente del 30 Ottobre. Solitamente raccontiamo storie piuttosto diverse, dove i protagonisti sono estranei a corsie e pronto soccorso. La storia che stiamo per raccontare è fortunatamente singolare e non soltanto per i protagonisti della brutta vicenda.
Il Fatto
Erano all’incirca le 13 e 45 di mercoledì 30 ottobre, quando una coordinatrice infermieristica viene chiamata in altra stanza, che trova chiusa. Prontamente provvede a bussare e non ricevendo risposta, entra. Dapprima viene raggiunta da pesanti insulti ed improperi e successivamente, mentre la stessa era di spalle, viene pesantemente percossa alla schiena. Fin qui sembrerebbe una di
quelle aggressioni a cui purtroppo medici e personale infermieristico sono sempre più spesso vittime. Cosa ben diversa è quando a diventare attorie di un simile, quanto deprecabile atteggiamento, è agito da un medico.
La curiosità
sta tutta nel fatto che il medico in questione era da circa 7 giorni lontano dal lavoro per motivi di salute, cosa che però non lo ha fatto desistere dal somministrare il vaccino ad almeno due pazienti, e colto sul fatto all’ingresso della malcapitata infermiera, ha pensato bene di inveire e percuotere la lavoratrice, tra l’altro affetta da importante patologia con annessa gravità certificata.
Immediato l’avvio dell’indagine interna all’ambiente di lavoro che la dr.ssa Peluso sta conducendo con solerzia e determinazione, a tutela e garanzia di tutte le parti in causa, anche perché la signora dapprima refertata con 3 gg di prognosi, è poi passata a 7 gg (almeno per le conseguenze fisiche, ben diverso per i risvolti psicologici), resta da chiarire il motivo per il quale il medico che ricordiamo essere in malattia da 7 gg, fosse in ambulatorio.
I fatti troveranno sicuro accertamento, in quanto la malcapitata infermiera ha sporto regolare denuncia – querela affidando la propria difesa all’Avv. penalista Antonio Masullo.
Recentemente è stato presentato un disegno di legge, in cui è previsto che gli autori di aggressioni contro gli operatori sanitari siano esclusi per tre anni dall’accesso gratuito alle cure programmate del Servizio Sanitario Nazionale. Questa misura escluderebbe le prestazioni di emergenza e quelle salvavita, ma mirerebbe a fungere da deterrente contro le violenze in corsia.
Chissà se è stato presentato un emendamento che preveda anche casì come quello accaduto al Distretto Sanitario di Via Fontanarosa.