L’idraulico, ancora scioccato, racconta l’aggressione: “Mi ha colpito appena gli ho aperto il cancello. All’inizio non capivo nemmeno che fosse un machete”. Questo il racconto dell’uomo aggredito dal suo ex datore di lavoro per aver chiesto lo stipendio arretrato di 1600 euro. “Diceva ‘Devi morire’ e continuava a urlare che non mi avrebbe mai pagato”.
Era tornato a casa da pochi minuti quando il datore di lavoro lo ha chiamato, promettendo di passare di lì a breve. Lui e sua moglie erano contenti: pensavano che finalmente avrebbe portato quei 1600 euro dovuti per sei mesi di lavoro. L’idraulico, pur lavorando senza contratto, aveva servito l’uomo per sei mesi, senza mai ricevere quei soldi.
Quando il datore di lavoro è arrivato, però, la situazione è degenerata. Appena aperto il cancello, l’uomo ha attaccato l’idraulico colpendolo alla testa con un machete. Poi, senza pietà, ha continuato a colpirlo, ferendolo anche alle braccia. L’idraulico, intervistato in ospedale, ha raccontato: “Mi ha dato una botta in testa non appena ho aperto. Ho provato a respingerlo, ma lui mi urlava: ‘Non ti do una lira, devi morire’”.
Le grida disperate dell’idraulico hanno attirato la sorella, che è intervenuta subito. “Aiuto, mi sta ammazzando!”, urlava lui. La donna e il suo compagno hanno trascinato l’idraulico dentro casa e gli hanno tamponato le ferite alla testa, salvandogli la vita. “Mi ha ringraziato, ma lui per me è la persona più importante”, racconta la sorella.
All’ospedale, l’idraulico osserva le ferite gravi: “Ho una lastra di ferro nel braccio, chiodi per chiudere le ferite. Non è normale essere ridotti così per 1600 euro che lui mi doveva”.
Dopo l’aggressione, sono stati allertati subito i soccorsi. Gli operatori del 118 hanno prestato le prime cure e lo hanno trasportato d’urgenza in ospedale. Nel frattempo, il datore di lavoro è stato arrestato e ora si trova in carcere con l’accusa di tentato omicidio.
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