Aggiornamento: cadavere coperto dalla calce per nascondere l’odore, si ipotizza la premeditazione

1 Agosto 2025 - 20:34

Aggiornamento: cadavere coperto dalla calce per nascondere l’odore, si ipotizza la premeditazione

La Procura di Udine ha formalmente contestato a Lorena Venier, madre della vittima, e a Marylin Castro Monsalvo, sua compagna, i reati di omicidio volontario e occultamento di cadavere, aggravati dalla premeditazione. A renderlo noto è il procuratore aggiunto Claudia Danelon, che coordina le indagini sul delitto avvenuto in una casa di Gemona del Friuli.

“La vicenda è estremamente delicata – ha dichiarato Danelon – e prima della conclusione degli accertamenti non possiamo stabilire se una delle due indagate abbia avuto un ruolo più rilevante dell’altra nell’omicidio”.

Secondo quanto emerso finora, le due donne avrebbero acquistato della calce viva con l’intento di coprire il corpo, già sezionato in tre parti, e attenuare il forte odore che proveniva dal bidone in cui il cadavere era stato nascosto nell’autorimessa. Questa informazione sarebbe stata fornita dalla madre della vittima durante l’interrogatorio del 1° agosto. Per il 2 agosto è invece previsto l’interrogatorio della compagna, mentre l’autopsia verrà eseguita a breve.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Alessandro Venier sarebbe stato ucciso la sera del 25 luglio. Le indagate, Lorena Venier (62 anni) e Marylin Castro Monsalvo (30 anni), avrebbero agito in seguito a un litigio scoppiato – secondo una prima ipotesi – per motivi banali, come il fatto che l’uomo non avrebbe apparecchiato la tavola per cena. Tuttavia, il movente non è stato ancora chiarito: durante l’interrogatorio, la madre avrebbe ammesso ogni fase del delitto, evitando però di approfondire le ragioni che l’avrebbero spinta al gesto.

Dopo l’omicidio, sempre secondo la ricostruzione accusatoria, le due donne avrebbero smembrato il corpo della vittima e lo avrebbero occultato in un bidone, coprendolo con calce per evitare che l’odore attirasse l’attenzione dei vicini. Resta da accertare se l’acquisto della calce sia avvenuto prima o dopo l’omicidio: nel primo caso, l’ipotesi della premeditazione risulterebbe ancora più solida.

A distanza di una settimana dal delitto, le due indagate avrebbero telefonato al 112 e confessato per la prima volta l’accaduto. Successivamente, Lorena Venier avrebbe confermato tutto davanti al giudice: “Sono stata io e so che ciò che ho fatto è mostruoso”.

Restano ancora diversi interrogativi aperti. Primo tra tutti: dove è stato ucciso Alessandro Venier? Gli investigatori non hanno trovato tracce di sangue né in casa né nell’autorimessa. Rimane quindi da stabilire il luogo preciso dell’omicidio e dove sia avvenuto lo smembramento del corpo. Un’altra ipotesi al vaglio è che l’uomo possa essere stato avvelenato durante la cena. Gli esami tossicologici saranno fondamentali per confermare o escludere questa possibilità.

Fonte:Fanpage.it

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