Il ministro dell’interno Matteo Piantedosi, al termine di una riunione nella sede della Prefettura di Venezia dichiara che, le Key-box, che ormai
spopolano nelle città d’arte, normativa che impone il riconoscimento di persona degli ospiti che usufruiscono degli affitti brevi, è un modello ormai
da superare. Piantedosi afferma che tale sistema rappresenta una procedura molto critica anche in termini di rispetto della normativa che impone
un’effettività del riconoscimento della persona che poi accede al servizio alberghiero”. Il ministro ha ricordato che “ci sono episodi che testimoniano che viene
utilizzato per eludere la completa applicazione della norma. Per cui siamo partiti con questa direttiva, intendiamo poi rafforzare anche i controlli e
progressivamente far in modo che sia affermato un controllo ordinario e meno elusivo”. La circolare, diffusa dalle Prefetture alle Questure italiane, chiarisce
che “l’identificazione da remoto automatizzata degli ospiti delle strutture ricettive non soddisfa i requisiti previsti dalla legge, ribadendo l’obbligo dei gestori
di dare alloggio esclusivamente a persone munite di documento d’identità e di comunicare le generalità degli ospiti alle Questure territorialmente
competenti, entro le 24 ore successive”. La circolare, diffusa 22 giorni prima dell’inizio del Giubileo, sottolinea che “in un momento storico delicato a livello internazionale,
caratterizzato da eventi che a vario modo impongono un elevato livello di allerta, si conferma l’obbligo posto a carico dei gestori di strutture ricettive
di ogni genere o tipologia di verificare l’identità degli ospiti mediante verifica di viso della corrispondenza tra persone alloggiate e documenti forniti,
comunicandola alla questura territorialmente competente”. Il capo della polizia, Vittorio Pisani, ha sottolineato che le Key-box e l’invio tramite mail e
messaggistica dei documenti degli ospiti degli affittacamere per locazioni brevi “violerebbero la normativa antiterrorismo”. Inoltre, “eludono l’inserimento
dei nominativi degli ospiti delle strutture ricettive nella banca dati del sistema alloggiati, in uso alle forze di polizia”. A stretto giro di posta è arrivata la presa
di posizione dell’Associazione italiana gestori affitti brevi. “Come AIGAB crediamo che i locker per le strade siano da eliminare e ben venga ogni
controllo contro forme di abusivismo lesive di tutta la categoria – hanno scritto in un comunicato. Tuttavia, riteniamo che il ministero degli Interni,
non sia a conoscenza del fatto che i software utilizzati da molti gestori professionali sono stati progettati su tecnologie di riconoscimento degli ospiti con
tracciamento biometrico e codici OTP del tutto analoghe allo Spid, agli accessi agli autonoleggi e ai conti correnti bancari. Il comunicato si chiude con la
richiesta di un “confronto urgente con le Autorità competenti, anche al fine di condividere le tecnologie adottate e descritte sopra con la
finalità di dimostrarne la validità e andare semmai verso l’obbligo del riconoscimento in presenza per i soli soggetti non in possesso di tali tecnologie”. Fonte Tgcom24.