Poco dopo le 13 su un edifico di San Donato Milanese si è schiantato un aereo. Tutti gli otto gli occupanti del velivolo sono morti. IL velivolo era diretto ad Olbia in Sardegna ed era partito la Linate alle 13.10.
Ai comandi del Pilatus Pc 12 Dan Petrescu, nome poco conosciuto che in realtà indentifica uno degli uomini più ricchi della Romania: fra i passeggeri morti suo figlio Dan Stefan, sua moglie Regina Dorotea
Petrescu Balzat, e un uomo italiano, Filippo Nascimbene, lombardo di Pavia, 33 anni. Assieme a lui la sua sposa Claire Stephanie Caroline Alexandrescou, il figlio piccolo di appena un anno appena battezzato
Rapahel e la suocera Miruna Anca Wanda Lozinschi, che sono invece di nazionalità francese. L’ottava vittima è Julien Brossard, 36 anni, amico canadese di Dan Stefan Petrescu.
C’era il magnate Dan Petrescu alla guida del Pilatus Pc 12, l’aereo di lusso precipitato poco dopo le 13 di oggi sopra un edificio a San Donato Milanese. Dan Petrescu era considerato l’uomo più ricco della Romania,
con la rara capacità di riuscire a passare inosservato e stare lontano dai riflettori. Pochi i lussi che si concedeva, fra cui appunto l’aereo. Lo pilotava da solo e il decollo dall’aeroporto di Linate alle 13.04 è stato l’ultimo.
Coinvolti nell’incidente, quindi, sono due nuclei familiari. La Polizia ha precisato che in attesa di ufficialità derivata dalle comparazioni dei profili genetici e considerando l’assenza di una lista
passeggeri ufficiale, queste sono le otto plausibili vittime. Dan Petrescu era partito da Bucarest giovedì scorso a bordo del suo Pilatus PC12, monomotore a turboelica che può ospitare 8 passeggeri che aveva
comprato nel 2015 assieme a un altro dei suoi soci, Vova Cohn, ex azionista della squadra di calcio della Dinamo Bucarest. Aveva poi partecipato al battesimo del piccolo bimbo, figlio di amici di suo figlio
Dan Stefan, 30 anni, ricercatore in Canada e nato a Monaco di Baviera. La famiglia Petrescu si era rifugiata proprio in Bavaria per scappare dal regime comunista di Nicolae Ceausescu.
Dan tornato in patria dopo il 1989, aveva iniziato a investire nel mercato automobilistico e soprattutto in quello immobiliare. “Miliardario ombra” un’altra delle definizioni dei media romeni, che lo descrivono come
un uomo d’affari riservato, schivo e molto poco amante dei riflettori. Aveva vaste aree e numerosi edifici che iniziò a vendere alle grandi catene commerciali come Metro e Real,
accumulando un patrimonio stimato in 3 miliardi di euro, al punto che il suo amico Tiriac lo ha spesso definito “l’uomo più ricco della Romania”.