Virginia “Gina” Manaresi è morta a 100 anni. È stata una figura simbolo dell’antifascismo. A Imola tutti la conoscevano. Tutti la rispettavano. Il sindaco Marco Panieri ha dato la notizia. L’ha ricordata con affetto e orgoglio.
Gina ha scelto da che parte stare. Ha combattuto il fascismo. Ha rischiato la vita. Lo ha fatto da giovane. Lo ha fatto da donna. Sempre con coraggio e coerenza. Ha difeso la libertà. Ha lottato per la giustizia. E ha promosso l’emancipazione femminile.
Era nata a Imola il 26 novembre 1924. La sua famiglia era antifascista. Fin da ragazza si è opposta al regime. Faceva la staffetta partigiana. Portava messaggi. Trasportava documenti. Coordinava azioni. Partecipava alla guerriglia.
Fu arrestata. Venne deportata nel campo di Bolzano. Subì interrogatori duri. Venne registrata come uomo per errore. Ma non crollò. Non cedette mai. Riuscì persino a fuggire. Tornò a casa nel 1945. Non si fermò. Continuò a impegnarsi per la memoria e i diritti.
Ha fondato l’UDI a Imola. È stata presidente dell’ANED. Ha collaborato con l’ANPI. Era una colonna della memoria civile. Un esempio per tutti. Il Comune l’aveva premiata a novembre. Le aveva consegnato la Medaglia dei Centenari.
Durante la Resistenza poteva fuggire. Ma decise di restare. Scelse di farsi catturare per proteggere il padre. Disse: “Avevo scelto la mia strada”. Dimostrò responsabilità e amore. Anche nella paura rimase ferma.
Oggi Imola piange Gina. Le dedica l’evento per l’80° anniversario della Liberazione. Il sindaco lo ha confermato: “Quando perdiamo una testimone come lei, cresce la nostra responsabilità”. Gina ha lasciato un’eredità viva. Nessuno la dimenticherà.
Fonte: Fanpage
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