ACCADEMIA DI BELLE ARTI – PREMIO GREENCARE – Presentato il restauro del giardino dell’Accademia

28 Marzo 2023 - 21:50

ACCADEMIA DI BELLE ARTI – PREMIO GREENCARE – Presentato il restauro del giardino dell’Accademia

ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI NAPOLI

 E

 PREMIO GREENCARE

Presentazione del

RESTAURO DEL GIARDINO

 Martedì 28 marzo ore 11.00

Aula Magna

Concluso il restauro del Giardino dell’Accademia di Belle Arti di Napoli

Nell’ambito dell’iniziativa anche un concorso fotografico per gli studenti

Il Giardino storico dell’Accademia di Belle Arti di Napoli torna a splendere, grazie all’impegno dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e dell’Associazione Premio GreenCare, che in sinergia hanno dato vita a un’importante opera di restauro. La presentazione è avvenuta alla presenza  della Presidente e del Direttore dell’Accademia, Rosita Marchese e Renato Lori, della presidente di

Premio GreenCare, Benedetta de Falco, di Anna Migliaccio, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, Vincenzo Santagada Assessore al Verde del Comune di Napoli,  del presidente FAI Campania, Michele Pontecorvo Ricciardi, Alessia Brancaccio referente Consulta studentesca dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.

L’intervento, svolto sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, è stato curato da Premio GreenCare attraverso l’impegno dei suoi Soci, con il sostegno di Laura Trisorio e Gianfranco D’Amato.  I lavori sono stati svolti da Euphorbia Srl Società Benefit azienda specializzata nella cura e nel restauro di giardini storici,  che

vanta all’interno agronomi e giardinieri esperti  nella cura del verde storico che a seguito di un’attenta e approfondita indagine dello stato dei luoghi ha iniziato il lavoro nel novembre 2022 con la cantierizzazione dell’area e la constatazione dello stato della vegetazione. Considerando prima di ogni cosa che nel Giardino storico, sono presenti due alberi monumentali iscritti nel Registro degli Alberi Monumentali d’Italia: cinnamomun camphora (albero della canfora) e ficus macrophylla gli esperti hanno strutturato un programma suddiviso in più fasi.

La prima fase progettuale ha riguardato l’ eliminazione di tutte le piante non più in salute, fortemente attaccate da patogeni e non recuperabili. Per altre, invece, si è optato per una nuova collocazione, più adeguata ai loro fabbisogni ambientali. Successivamente si è intervenuti espiantando gli arbusti che soffocavano le piante più pregiate come i melograni (Punica

granatum). In questa fase sono state rimosse le piante di poco valore storico e ornamentale: con questa operazione è stato possibile recuperare alcuni bellissimi mirti (Myrtus communis) alti circa tre metri.  Si è poi optato per il mantenimento ed il recupero di altri arbusti, in particolare una lentaggine (Viburnum tinus), pianta autoctona che nel giardino dell’Accademia ha raggiunto

un’altezza notevole (circa 4 metri), e che produce bacche e fiori importantissimi per l’entomofauna e l’avifauna. Si è optato anche per il mantenimento della Yucca (Yucca elephantetis), anch’essa ha ritrovato una nuova dignità in seguito alla rimozione del pittosporo che la opprimeva.  Successivamente si è intervenuti con potature di recupero e alleggerimento degli arbusti “liberati”. Sono stati così potati: due melograni, i mirti, i pittospori nani, le raphiolepsis, la yucca e il Corynocarpus leavigatus (Alloro della Nuova Zelanda), identificato precedentemente

come Ficus rubiginosa. In seguito, è stata fatta una vangatura superficiale del terreno al fine di arieggiarlo in quanto eccessivamente compattato e asfittico. Dopo le operazioni di vangatura è stato creato l’allaccio per l’impianto di irrigazione, usando una traccia già presente nella pavimentazione e provvedendo al ripristino nella stessa giornata con laterizi.

L’evento sarà anche l’occasione per premiare i vincitori del concorso “Alla ricerca del verde perduto”, indetto da Premio GreenCare in occasione dell’iniziativa, rivolto gli allievi dell’Accademia del terzo anno del triennio Fotografia, Cinema, Televisione e a quelli del primo e secondo anno del biennio di Fotografia. Gli studenti hanno lavorato tenendo conto delle tre azioni proposte nel bando:  “Suggestioni, il giardino come luogo dello spirito”,  “Storia di un restauro”  e “Il giardino come patrimonio”. Ai vincitori ,selezionati dal Comitato Scientifico Premio GreenCare, verrà dato un premio in denaro di 500 euro.

Premio Greencare, attraverso Euphorbia, ha anche donato all’Accademia la manutenzione del giardino per un anno. I lavori di riqualificazione hanno riguardato anche le aiuole poste a ridosso della facciata principale dell’Accademia.

Tra le attività previste dopo l’apertura del Giardino, anche due visite guidate il prossimo maggio con Antonella Pisano, storica dell’arte e Guida turistica abilitata – Regione Campania.

Con l’occasione Premio GreenCare dona al giardino la segnaletica botanica ed anche una prima rastrelliera per le bicilette degli studenti.

Benedetta de Falco, presidente Premio GreenCare, afferma: “Premio GreenCare continua nel suo percorso di recupero e valorizzazione dei giardini storici cittadini. Questa volta grazie all’interesse di due mecenati ci siamo concentrati sul verde di ciò che in origine era il chiostro di San Giovanniello, rimettendolo a nuovo e restituendolo agli studenti. Abbiamo ritenuto

importante, al tempo stesso, dare vita ad un concorso che coinvolgesse proprio gli stessi allievi dell’Accademia, con l’obiettivo di fargli comprendere appieno il valore di ciò che ogni giorno li circonda. Inoltre, d’intesa con la Direzione dell’Accademia il giardino sarà aperto al pubblico in particolari giornate d’interesse generale come il Maggio dei Monumenti, durante il quale

abbiamo già in programma visite guidate gratuite per i partecipanti e curate dalla nostra associazione. Oggi c’è solo tanta amarezza per il destino della Villa Comunale che avremmo potuto cambiare in meglio se la miopia dei nostri amministratori pubblici non ci avesse impedito di restaurarne la componente verde”.

VINCITORI CONCORSO “ALLA RICERCA DEL VERDE PEDUTO “

Azione 1 – Noemi Marotta – “Suggestioni, il giardino come luogo dello spirito”,
Azione 2 – Cristina Bucciaglia – “Storia di un restauro”
Azione 3 – Ida Indaco – “Il giardino come patrimonio”.

IL PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE DEL GIARDINO STORICO

I lavori di restauro del giardino (inizio lavori: novembre 2022 – fine lavori: marzo 2023) sono
stati affidati dall’Associazione Premio GreenCare Aps ad Euphorbia Srl – Cultura del paesaggio, azienda specializzata nella cura e manutenzione del verde storico e sono stati svolti sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli.

La prima fase progettuale della riqualificazione del giardino storico dell’Accademia di Belle Arti di Napoli ha riguardato l’eliminazione di tutte le piante non più in salute, fortemente attaccate da patogeni e non recuperabili. Per altre, invece, si è optato per una nuova collocazione, più adeguata ai loro fabbisogni ambientali.

In particolare, i primi arbusti espiantati sono stati i laurocerasi (Prunus laurocerasus) attaccati da funghi patogeni particolarmente aggressivi quando le piante si trovano in condizioni di terreno asfittico e compattato. L’ambiente umido e poco arieggiato ha comportato anche la presenza di patogeni animali come la cocciniglia, appartenente al genere Ceroplastes.

Successivamente si è intervenuti espiantando gli arbusti che soffocavano le piante più pregiate come i melograni (Punica granatum). In questa fase sono state rimosse le piante di poco valore storico e ornamentale: con questa operazione è stato possibile recuperare alcuni bellissimi mirti (Myrtus communis) alti circa tre metri.

Si è poi optato per il mantenimento ed il recupero di altri arbusti, in particolare una lentaggine (Viburnum tinus), pianta autoctona che nel giardino dell’Accademia ha raggiunto un’altezza notevole (circa 4 metri), e che produce bacche e fiori importantissimi per l’entomofauna e l’avifauna. Si è optato anche per il mantenimento della Yucca (Yucca elephantetis), anch’essa ha ritrovato una nuova dignità in seguito alla rimozione del pittosporo che la opprimeva.

Successivamente si è intervenuti con potature di recupero e alleggerimento degli arbusti “liberati”. Sono stati così potati: due melograni, i mirti, i pittospori nani, le raphiolepsis, la yucca e il Corynocarpus leavigatus (Alloro della Nuova Zelanda), identificato precedentemente come Ficus rubiginosa.

In seguito, è stata fatta una vangatura superficiale del terreno al fine di arieggiarlo in quanto eccessivamente compattato e asfittico. Dopo le operazioni di vangatura è stato creato l’allaccio per l’impianto di irrigazione, usando una traccia già presente nella pavimentazione e provvedendo al ripristino nella stessa giornata con laterizi, il giorno seguente sono stati posati i tubi per l’irrigazione, così come previsto da progetto nella tavola integrativa inviata nel maggio 2022 alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli.

Riguardo la scelta della vegetazione da integrare a quella esistente, si è partiti dagli esemplari monumentali di ficus magnoloide e dal canforo che con tutta la probabilità (viste le notevoli dimensioni) sono stati tra i primi esemplari di queste specie ad essere introdotti in Europa dall’Australia e dal Sud-est asiatico. Si è, quindi, proseguito con la scelta di piante provenienti da luoghi esotici (soprattutto Estremo oriente, Oceania e in misura minore dal Continente americano) che avessero uno sviluppo soprattutto verticale.

Nel parterre dei ficus sono stati piantanti tre esemplari di filodendri orlati (Thaumatophyllum bipinnatifidum) che, con il loro portamento scultoreo e le radici aree, ben si armonizzano con i fusti dei ficus. Inoltre, in questo parterre, sono state ricollocate le nandine (Nandina domestica) precedentemente soffocate dalla vegetazione di alcuni pittospori.

Nel parterre centrale, della vegetazione preesistente sono rimaste solo le piante che potranno godere di una buona crescita come la lentaggine e la palma delle Canarie. Qui, nella stessa posizione in cui si trovava in passato, collassata per un fortunale del 2019, è stata piantata una nuova Magnolia grandiflora “Gallisonensis”, cultivar a portamento conico che lascerà arrivare la luce anche negli strati più bassi. L’aiuola, inoltre, è stata arricchita con un esemplare di camelia giapponese e due grevillee di Johnson, curiosità botaniche introdotte dall’Australia nell’Ottocento proprio come i ficus.

Il parterre verso nord è, invece, interessato da un’integrazione di una palma americana, al fine di riequilibrare l’altezza delle chiome e nello strato arbustivo è stato piantato un esemplare di Cycas revoluta tra le piante più rappresentative delle importazioni di vegetali esotici da parte dei Borbone di Napoli. Sono stati mantenuti i cespugli di melograno e di mirto che forniranno nutrimento agli insetti e agli uccelli.

Terminate le grosse piantumazioni, sono state messe a dimora le 450 piante di ruscolo (Ruscus hypoglossum) per comporre la bordura perimetrale tipica dei giardini storici napoletani.

Un’ultima annotazione riguarda il prato, che crescerà nei mesi estivi.

Completa l’intervento la realizzazione di una segnaletica botanica con un QR Code che rimanda a tutti gli approfondimenti.

“… uno parte con una linea dritta e si ritrova una mappa costruita da miliardi di
piccolissimi segni che si ricollegano fra di loro e costituiscono un orizzonte possibile.”
Luigi Ghirri
La mia ricerca in divenire, è nata studiando i Ficus presenti nel giardino dell’accademia.
La serie nasce inseguendo segni e/o tracce di secrezioni spontanee di lattice del Ficus

macrophylla, per poi perdermi lungo orizzonti possibili.

Ho pensato a quanto questi segni possano assomigliare e richiamare i nostri percorsi di
vita. Alcune linee partono dritte e poi si deformano, altre si interrompono e continuano
altrove. Ho voluto fotografare alcune di esse e creare un percorso possibile da seguire,
che in realtà può essere differente per ognuno di noi, a seconda di come le immagini

vengano posizionate nello spazio.
Il titolo della ricerca è “Inizia dove finisce”.

Azione 1 SUGGESTIONI – Noemi Marotta