Giornata Nazionale degli Alberi, all’Accademia Belle Arti di Napoli
la messa a dimora di un nuovo albero
Martedì 21 novembre (ore 12) la cerimonia nel giardino storico di via Costantinopoli
L’iniziativa in collaborazione con Premio GreenCare e il supporto di Euphorbia Società Benefit
NAPOLI. In occasione della Giornata Nazionale degli Alberi 2023, martedì 21 novembre alle ore 12:00, l’Accademia Belle Arti di Napoli in collaborazione con l’Associazione Premio GreenCare e con il supporto di Euphorbia Società Benefit mette a dimora, nel giardino storico di via Costantinopoli, un esemplare di Ceiba
speciosa in sostituzione della vecchia vegetazione, eliminata per naturale senescenza. Alla messa a dimora del nuovo albero saranno presenti, oltre ad una rappresentanza degli studenti, la presidente dell’Accademia Rosita Marchese con il direttore Giuseppe Gaeta, la presidente del GreenCare Benedetta de Falco, l’amministratore delegato di Euphorbia Nunzia Petrecca.
Il chiostro a verde dell’Accademia, restaurato nell’autunno del 2023 con fondi dei Mecenati del GreenCare Laura Trisorio e Gianfranco D’Amato, a cura di Euphorbia, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza per l’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, presenta un parterre di vegetazione importante con anche alcuni esemplari di ficus e canfori, censiti nel Registro degli Alberi Monumentali d’Italia.
È della scorsa primavera la consegna agli studenti e alla città del giardino riportato al suo antico splendore. E oggi il nuovo inserimento vegetale prosegue il percorso di cura donato, fino alla primavera 2024, dal GreenCare con Euphorbia, azienda specializzata nella manutenzione del verde storico.
La pianta, di dimensioni ottimali per l’inserimento, è stata ricercata in tutta Italia e trovata in Sicilia nel vivaio Faro, in provincia di Catania. Analogamente al mandarino, alla Cycas ed al nespolo del Giappone, la Ceiba (ex Chorisia) è un perfetto esempio di diffusione in coltura avvenuta attraverso l’Orto Botanico di
Palermo. Introdotta intorno al 1896 dal Brasile, si diffuse, grazie alla velocità con cui cresce, con molta rapidità in tutta la Sicilia e nel Sud Italia. Nel 1910 il botanico Michele Lojacono Pojero, ne fornì una descrizione biologica ed ecologica, intuendo che presto sarebbe diventata un’essenza arborea di grande effetto decorativo per parchi e giardini.
Si tratta di un albero dalle molteplici attrattive: ampia ombrosa chioma a ramificazione alta; foglie composte, digitate; grandi fiori cerosi, con lungo stilo sporgente da cinque petali chiari o rosa acceso, screziati di giallo e picchiettati di bruno ricordando un po’ il fiore dell’ibisco ma anche la passiflora; grossi frutti capsulati, ovoidali, che schiudono semi avvolti in folta lanugine simile al cotone; tronco rigonfio alla base, ricoperto di aculei conici.
Albero sacro, nella cosmologia Maya è l’albero della vita che collega terra e cielo, ed è diffusa negli areali tropicali dall’America latina al sud-est asiatico.
S’incontra facilmente anche nelle regioni meridionali quale essenza ornamentale: a Napoli è presente negli Orti Botanici di Napoli e Portici, nei giardini di Piazza Cavour, ma anche in Villa Comunale e al Real Bosco di Capodimonte e perfino nelle aiuole vicine al Liceo Umberto a Chiaia.