A Carate Urio, in provincia di Como, un 30enne ha violentato una bambina in età prescolare e filmato gli abusi. L’agghiacciante vicenda si è consumata
perché l’uomo voleva realizzare una sorta di “manuale d’istruzioni per il pedofilo perfetto”. Ora il 30enne finirà a processo per produzione di materiale
pedopornografico, da rivendere su un sito del darkweb, la parte di internet criptata e non direttamene accessibile. Stefano Taroni, trentenne di Carate Urio,
andrà a processo il 5 marzo davanti al Gip di Milano, assieme alla sua compagna, parente della bimba che veniva sedata con un farmaco
narcotizzante e abusata, e che ora viene accusata in concorso, con l’ipotesi che non potesse essere ignara di quanto accadeva. Taroni, tuttora detenuto e
accusato anche degli abusi sessuali, era stato arrestato a maggio, quando la polizia postale aveva scoperto un “set cinematogafico“, dove si appartava con
la vittima, una bimba di età prescolare affidata alla sua compagna. Nel suo PC, erano state trovate molte foto e parecchi filmati pedopornografici. Gli
investigatori della polizia Postale, guidati dal procuratore aggiunto Letizia Mannella, capo del dipartimento fasce deboli della procura meneghina, sono
risaliti all’autore soprattutto grazie ad alcuni particolari presenti nel video, tra cui un sacchetto della spesa di un supermercato italiano che si vede sullo
sfondo di una scena. Da li sono partiti gli accertamenti e verifiche che, grazie a tutta una serie di riscontri investigativi, hanno permesso di identificare il 30enne,
finito in carcere. Dalle indagini, condotte con il massimo riserbo, emerso che l’uomo voleva creare un vero e proprio giro d’affari attraverso la compravendita
sul web di materiale pedopornografico. Sul suo pc, c’erano circa 300 video e 2 mila foto con scene di sesso con minori. Da quanto si appreso, il 30enne si era
anche procurato un particolare farmaco in grado di cancellare ogni traccia di droga nel sangue della sua giovanissima vittima.