Una donna ha deciso di fuggire dalla prigione nella quale era stata costretta dal marito, un uomo che per anni l’ha abusata psicologicamente e fisicamente. Dopo essere stata rinchiusa in casa e controllata attraverso un Gps nascosto nella sua auto, la donna è riuscita a scappare dal secondo piano della sua abitazione nella provincia di Reggio Emilia.
Fortunatamente, i carabinieri della compagnia di Quattro Castella sono riusciti a soccorrerla e a far luce sulla situazione. La donna ha raccontato gli abusi subiti dal marito, tra cui minacce, botte, calci e pugni, fino ad arrivare a essere segregata in casa per giorni. Il marito le avrebbe anche impedito di lavorare o uscire con le amiche, installando un Gps nell’auto per controllarne i movimenti.
La situazione è peggiorata lo scorso gennaio, quando la donna è giunta in ospedale con lesioni guaribili in una decina di giorni. Dopo questo episodio, la donna ha deciso di fuggire dalla prigione nella quale era stata costretta e di chiedere aiuto ai carabinieri.
Gli abusi subiti dalla donna sono stati confermati dalle indagini dei militari, che hanno appurato quanto denunciato dalla donna. La magistratura ha quindi chiesto e ottenuto il divieto di avvicinamento per l’uomo accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate.
Il divieto di avvicinamento impone all’uomo di rimanere distante due chilometri dall’abitazione della donna e dai luoghi da lei frequentati, con divieto di comunicazione e controllo affidato al sistema del braccialetto elettronico. Questa è una misura importante per proteggere la donna dalla violenza subita e per garantire la sua sicurezza.
È importante ricordare che la violenza domestica è un problema grave che può verificarsi in qualsiasi contesto sociale e culturale. È fondamentale che le vittime di violenza domestica siano supportate e protette, e che i responsabili siano perseguiti dalla legge. La denuncia è il primo passo verso la protezione della vittima e la prevenzione della violenza domestica.
Fonte: fanpage