“A maggio in Italia potremmo avere zero contagi”. Coronavirus, parla l’esperto

7 Aprile 2020 - 12:39

“A maggio in Italia potremmo avere zero contagi”. Coronavirus, parla l’esperto

“A maggio in Italia potremmo avere zero contagi”. Coronavirus, parla l’esperto
Il direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” ha descritto una previsione: per maggio i contagi da coronavirus potrebbero tendere a zero.

Si pensa infatti che la possibile data di riapertura potrebbe essere il 4 maggio, ma soltanto se i contagi saranno drasticamente diminuiti. “I dati della settimana passata sono decisamente confortanti – ha detto Remuzzi a Libero -.

Tra il 21 febbraio e il 14 marzo c’ è stata l’ esplosione della malattia, con una crescita esponenziale degli infettati. Trascorsi venti giorni, le curve che descrivono la crescita dei nuovi infetti hanno cominciato a divergere per stabilizzarsi proprio in questi giorni”. Nonostante “non abbiamo ancora visto la discesa“, Remuzzi ritiene “che presto dovrebbe iniziare, salvo drammatici imprevisti”.

La curva dei contagi da coronavirus, secondo Giuseppe Remuzzi, dovrebbe presto scendere e per maggio, forse, si potrebbe arrivare a zero.

“A metà maggio – ha detto Remuzzi – si ammalerà il 30% delle persone che contraggono il virus ora. Per la fine di quel mese spero di arrivare a crescita zero, come a Wuhan oggi“. Questa certezza deriva dalle risposte e dalle proiezioni che la realtà ha rispettato.

“Avevamo previsto che sarebbero stati necessari 4 mila posti di terapia intensiva per la metà di aprile e saremo esattamente a questo punto”. Inoltre, rispetto al modello cinese, “meglio chiudere una volta sola che riaprire troppo presto e poi essere costretti a chiudere nuovamente“, sostiene Remuzzi.

Tra le cose che questo virus ci ha insegnato, secondo il professore, c’è sicuramente la questione della sanità. Importante anche l’investimento nella ricerca.

“E poi i pronto-soccorso: la pandemia li ha svuotati, significa che l’80% delle visite in tempi ordinari è evitabile, basti pensare che i codici rossi, in base a un’ indagine fatta di recente a Milano e provincia sono circa l’ 1%”.
Fonte: Notizie.it