A Live Non è la D’Urso: l’inferno vissuto dalla 18enne stuprata da Genovese

22 Novembre 2020 - 23:38

A Live Non è la D’Urso: l’inferno vissuto dalla 18enne stuprata da Genovese

Quello che ho vissuto io, quelle ore di paura non si possono neanche immaginare. Ho avuto paura di morire, ho rischiato di morire. Ho avuto paura di non poter rivedere più la mia mamma, il mio papà, le mie sorelle, i miei amici. Non ho mai percepito queste feste in Terrazza sentimento come pericolose in nessun modo, non ho mai percepito questo ambiente come viscido. Andavo lì per divertirmi e mi sono ritrovata a vivere un inferno”. E’ l’audio testimonianza, trasmessa questa sera nel corso della trasmissione ‘Live non è la D’Urso’ su Canale5, della diciottenne vittima di Alberto Genovese, l’imprenditore arrestato sabato 7 novembre e accusato di violenza sessuale.

La giovane donna in merito all’attenzione mediatica rivolta alla vicenda sottolinea: “Penso che manchi tanta sensibilità riguardo all’argomento perché molta gente parla, molta gente specula, molta gente commenta. Mi sono vista dipinta in tanti modi, cosa che comunque non giustificherebbe quello che mi è stato fatto ma mi infastidisce perché io non sono così. Io, che sono la vittima, mi sono sentita più volte offesa, più volte attaccata ingiustamente perché dopo tutto quello che ho vissuto, quest’ulteriore ‘violenza mediatica’ non penso assolutamente sia giusta”.

La ragazza rivolge inoltre un appello: “In questo momento chiederei un po’ di umanità a tutti”. Sulle sue attuali condizioni di salute la diciottenne afferma: “Al momento sono in cura con degli psicologi, psichiatri, ho comunque un po’ di persone al mio fianco che mi stanno aiutando. Ci tengo a ribadire che sono debole, fragile e tutto questo odio gratuito nei miei confronti mi fa stare male”.

Ma  procediamo con l’evolversi del fatto…

L’imprenditore, fondatore di Facile.it e di altre note start up, è solito organizzare festini. in centro a Milano, nel suo attico ribattezzato “terrazza sentimento“. Queste feste, che sono continuate nonostante le restrizioni Covid, ospitavano innumerevoli ospiti, soprattutto ragazzine e aspiranti modelle.  A completare lo scenario, la droga: cocaina, chetamina e MDMA circolavano in grandi quantità.

La Terrazza Sentimento, però, si è presto trasformata in Villa Inferno, dove oltre a fare abuso di sostanze stupefacenti, l’imprenditore abusava delle ragazze.. La storia va avanti da anni, ma è uscita recentemente allo scoperto quando una delle ragazze è riuscita a scappare e ha denunciato l’accaduto.

Nella notte tra il 10/11 ottobre, una ragazza di appena 18 anni è riuscita a scappare dall’attico, semi nuda, deturpata dalla violenza e con solo una scarpa indosso. Quello che le è stato fatto è raccapricciante. Tenuta legata al letto e drogata, la ragazza è stata violentata per 20 ore di seguito. Nonostante il corpo della ragazza si fosse irrigidito e sembrava morta Genovese continuava imperterrito a stuprarla. Gli unici attimi di pausa erano quando si fermava per drogarsi e per drogare nuovamente la vittima. Tutto questo è documentato in video, presumibilmente registrati da Genovese stesso, di cui i PM sono entrati in possesso.

Le amiche della ragazza, anch’esse presenti alla festa, hanno più volte tentato di avvicinarsi alla camera, ma è stato inutile. Fuori, a proteggere Genovese, c’era un una guardia del corpo  che allontanava tutti.

Dopo l’esplosione del caso, molte altre ragazze si sono fatte avanti per denunciare Alberto Genovese. Con numerose testimonianze contro e con video  che provano la sua colpevolezza, l’imprenditore sembra non voler ammettere i suoi errori.

Infatti, dopo un  interrogatorio di cinque ore  , Alberto Genovese non ha apertamente confermato la vicenda. Tutto quello che si limita a dire è che non era lucido a causa delle droghe che aveva assunto. Questa sembra essere anche la linea difensiva che i suoi avvocati intendono intraprendere in aula. La difesa vorrebbe puntare sul fatto che, essendo sotto effetto di sostanze stupefacenti, non era nelle condizioni di distinguere il giusto dallo sbagliato.. È ciò che continua a ripetere, disperato.

La procura indaga anche su un possibile giro di droga e prostituzione, analizzando attentamente un’agenzia di modelle di cui Alberto detiene una buona quota.

Attualmente Genovese si trova al carcere San Vittore a Milano con l’accusa di violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni gravissime. La detenzione del processo  è stata decisa perché, avendo a disposizione un grande patrimonio e un jet privato, Alberto Genovese potrebbe scappare. Infatti, in una telefonata stava organizzando la sua fuga in Sudafrica. Inoltre, lasciarlo in libertà poteva dargli la possibilità di ripetere le violenze.

Durante le indagini, è anche emerso che diversi vip sono legati ai festini di Genovese. Alba Parietti, Belen Rodriguez e  Jerry Calà. Ma tutti si sono discostati dalla vicenda e Jerry Calà avrebbe anche dichiarato di non essere mai andato a uno di questi festini. In ogni caso, tutti i nomi che sono emersi, sono estranei alla vicenda e agli abusivi che subivano le ragazzine.