Ottantuno studentesse afghane della Sapienza sono rimaste bloccate a Kabul dopo l’attacco terroristico rivendicato dall’Isis avvenuto tre giorni fa. A lanciare l’allarme è il prorettore dell’ateneo romano, Bruno Botta, in un’intervista al Tgr Rai:
“Erano sulla lista del ministero della Difesa per essere trasferite in Italia, ma a causa dell’attentato non sono riuscite a entrare in aeroporto”, ha raccontato il prorettore. “Sono dovute tornare indietro 90 persone dirette in
Italia, tra cui 81 studentesse afghane che a breve avrebbero dovuto iniziare i corsi alla Sapienza”. Insieme alle ragazze, ha detto Botta, ci sono anche alcuni bambini. “Dopo l’esplosione – ha spiegato Botta –
le cose si sono complicate, siamo in contatto con l’unità di crisi della Farnesina che sta facendo tutto il possibile per aiutarci e ha detto che non lascerà soli gli studenti della Sapienza.
La preoccupazione maggiore è per le studentesse andate da Herat fino a Kabul per imbarcarsi e che, se dovessero tornare indietro, rischiano rappresaglie”. La via di salvezza per il gruppo è che riesca a viaggiare
su voli di altri Stati, quando ce ne saranno. “Riusciremo a raggiungere l’Italia? Possiamo realizzare il nostro sogno?” – hanno detto le ragazze a Botta che ha poi conluso: “Hanno paura, hanno il terrore che non possano venire in Italia,
che il loro sogno si infranga, sono affrante”. Le ragazze hanno tutte tra i 19 ed i 22 anni. Con loro ci sarebbero almeno 3 bambini. Sulla vicenda è intervenuta la ministra dell’Università Cristina Messa:
“Stiamo seguendo con attenzione, in raccordo con gli altri ministeri, la situazione di tutte le studentesse e studenti afghani iscritti presso i nostri atenei, conservatori e accademie. Stiamo mettendo in campo tutti gli strumenti e gli sforzi
per sperare di poterli presto accogliere tutti in Italia”. “Come Ministero ci impegniamo a rendere disponibili strumenti e risorse”, conclude la ministra, “affinché ciò possa avvenire il più rapidamente possibile”.