60 istituti chiusi, 350 positivi, 33 focolai: la scuola pronta a chiudere tutto

24 Settembre 2020 - 15:08

60 istituti chiusi, 350 positivi, 33 focolai: la scuola pronta a chiudere tutto

Mentre in Lombardia aumentano i contagi nelle scuole, con 439 positivi e 43 classi bloccate, e a Benevento il sindaco Clemente Mastella ha rinviato la ripresa delle lezioni per i troppi casi di coronavirus, due studenti hanno creato un database che monitora i contagi a scuola.

Coronavirus, database che monitora i contagi a scuola

Come riporta Notizie.it, in assenza di un monitoraggio ufficiale che calcoli in maniera scientifica quanto la riapertura delle scuole stia influendo sulla diffusione del virus in Italia, due studenti hanno ideato una piattaforma per il monitoraggio dei cluster scolastici.

In 24 già superate le 5mila visualizzazioni.

Uno dei creatori del database, Lorenzo Ruffino, è stato intervistato da Open. Sull’idea che ha portato alla nascita della piattaforma, ha dichiarato: “Non c’è alcun documento pubblico sul tema. So per certo che l’Istituto superiore di sanità non ha un database dedicato alle scuole. Non so se il Miur stia portando avanti una ricerca del genere, ma in ogni caso non è mai dato comunicazione.

I cittadini, invece, hanno bisogno di conoscere questo tipo di informazioni“. Lorenzo, studente di Economia di Torino, ha collaborato con Vittorio Nicoletta, dottorando di sistemi decisionali in Québec, creando una mappa che ne restituisce una rappresentazione visuale.

“Ci siamo accorti che nessuno stava facendo un monitoraggio di questo genere. Eppure è un tema di interesse pubblico. Per esempio, ci sono varie iniziative di privati cittadini in giro per il mondo, nei Paesi Bassi, in Canada, che stanno facendo la stessa cosa.

Manca chiarezza da parte del governo, non posso pensare che sia una questione di superficialità”, ha aggiunto Lorenzo Ruffino.

Per raccogliere le informazioni “per adesso ci basiamo solo sulle notizie dei giornali locali che riteniamo attendibili”. Ma confida con orgoglio: “Non ci aspettavamo tutto questo successo. Stiamo ricevendo tantissime segnalazioni. Adesso stiamo lavorando a un form per raccogliere in maniera organica tutte le notizie che arrivano dagli utenti”. La mappa, infatti, pubblicata solo sul suo profilo Twitter, ha raccolto oltre “5mila visualizzazioni in meno di 24 ore”.

Tuttavia, Ruffino ha tenuto a sottolineare che il lavoro realizzato quotidianamente “non è semplice”. “Si tratta di scandagliare i giornali locali che, a volte, non sono ben indicizzati su Google. La cosa positiva, però, è che scrivono di cose estremamente locali. Per esempio riportando le dichiarazioni del sindaco e del preside della scuola. Questo dà attendibilità alla fonte”, ha aggiunto.

Quindi ha fatto sapere: “Abbiamo iniziato la raccolta di informazioni il 14 settembre. Dopo dieci giorni siamo arrivati a oltre 350 scuole con almeno un caso di Covid. Nei primi tre giorni, la media era di una ventina di scuole al giorno individuate. Poi la media è balzata a 50. La cosa da sottolineare è che stiamo trovando molti casi anche se le scuole sono chiuse. Solo lunedì – 21 settembre, giorno di elezioni – abbiamo individuato 60 scuole coinvolte”.

La maggior parte di casi di coronavirus si segnalano in istituti scolastici di “Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, Toscana, Piemonte e Veneto. Regioni più popolose e con più scuole aperte“. “L’80% dei casi di positività riguardano gli studenti. Il 10%, invece, il corpo docente. L’altro 10% il personale, i bidelli. Un caso particolare è successo ad Aulla, in Toscana: l’autista dello scuolabus è stato trovato positivo, portando all’isolamento di oltre 40 persone”, ha precisato.

E ancora: “A volte anche la positività dei genitori ha a che fare con i cluster scolastici. Poi, in 60 casi circa, abbiamo registrato che è stata chiusa tutta la scuola per permettere la sanificazione. In 250 casi la scuola è rimasta aperta ed è stata messa in quarantena solo la classe e i docenti coinvolti. In circa 40 casi, invece, non siamo riusciti a ricostruire gli sviluppi della vicenda”.

Differenze anche a seconda del grado di istruzione. “Circa il 28% dei casi riguarda le scuole superiori. Il 26% le scuole primarie. Il 22% la scuola dell’infanzia. Il resto della casistica si divide tra scuole medie e istituti comprensivi non meglio specificati”, ha dichiarato lo studente.

Tra i casi più rilevanti segnala Chianciano Terme, in Toscana, dove “ci sono 5 casi collegati a un positivo individuato a scuola. Il Comune ha chiuso tutte le scuole come misura preventiva”. Ma anche a Subbiano, sempre in Toscana: “Una docente positiva che lavora in due scuole primarie ha portato alla chiusura di entrambe le scuole”. Situazione analoga in Lombardia, a Carate Brianza, dove “sono stati trovati 4 studenti positivi in 4 scuole diverse: in realtà si tratta di 4 figli della stessa famiglia che non frequentano lo stesso istituto“. Quindi ha concluso: “Gli scenari sono tantissimi e mi sorprende come non ci abbia pensato il pubblico a creare uno strumento organico per osservarli”.