38enne trovato morto in una cella frigorifera nel supermercato dove lavorava, aperta un’inchiesta

31 Ottobre 2025 - 9:04

38enne trovato morto in una cella frigorifera nel supermercato dove lavorava, aperta un’inchiesta

A Termoli, Andrea Costantini 38enne è stato trovato morto in una cella frigorifera nel supermercato dove lavorava. Sull’accaduto indaga la Procura di Larino che ha accolto la denuncia presentata nei giorni scorsi

dall’avvocato Piero Lorusso, che assiste i genitori dell’uomo. Il padre e la madre del 38enne non credono all’ipotesi del suicidio. L’inchiesta è affidata alla sostituto procuratrice Marianna Meo.

“Il fascicolo è aperto contro ignoti, gli inquirenti stanno portando avanti le indagini come avevamo richiesto. – ha spiegato a Fanpage.it Lorusso – Le ipotesi di reato sono omicidio o istigazione al suicidio.

Ci sono varie piste che la Procura sta seguendo”. “Stiamo cercando di ricostruire i suoi ultimi giorni, anche attraverso le indagini difensive. Andrea era molto spaventato anche nelle ore precedenti al

tragico evento. Lui e i genitori si sentivano spesso e loro non credono assolutamente al suicidio. Era un ragazzo che non avrebbe mai fatto questo atto estremo”, aggiunge l’avvocato. “Aveva realizzato il sogno di

avere un figlio, a cui era molto legato, non lo avrebbe mai lasciato per alcuna ragione”. Di recente il 38enne aveva fatto anche degli investimenti immobiliari. “Aveva da poco acquistato un terreno, diciamo che questo e

altri sono comportamenti che non sono compatibili con l’ipotesi del suicidio”, precisa il legale. Continua Lorusso: “Pare che non ci siano testimoni presenti all’evento e, in questi casi, è il corpo che

deve dare risposte alle domande sul decesso. C’è solo chi ha visto Andrea qualche ora prima, dentro e fuori dal supermercato”. “È singolare anche il luogo dove il corpo è stato trovato, non esiste il caso di una

persona che si suicida infliggendosi ferite con una lama, portandosi poi all’interno di una cella frigorifera”. “Morire cercando di colpire il cuore, che è protetto dalla cassa toracica e si raggiunge con difficoltà se non

si procede con un colpo vibrato tra le costole, è complicato”. Un altro elemento che ha portato i familiari e il legale a pensare che non sia stato un suicidio è un biglietto che sarebbe stato ritrovato insieme

al corpo, in cui il 38enne avrebbe spiegato di volersi togliere la vita perché era stufo della sua vita. Anche se, al momento, non è chiaro se la calligrafia sia effettivamente quella di Costantini. Oltre alle ferite da arma da taglio

sul petto, sul corpo sarebbero stati trovati anche altri segni che i genitori di Andrea riconducono a uno strangolamento. Fonte Fanpage.it.