Era il 19 luglio di 33 anni fa: il giudice antimafia Paolo Borsellino si era recato a casa di sua madre per andare a trovarla: l’epilogo è tristemente noto.
Quel giorno, a Palermo, Cosa Nostra ammazzò Paolo Borsellino e l’equipe di scorta formata da Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli. Gli esecutori furono arrestati, ma c’è ancora troppo mistero dietro la strage. È ancora ignota l’identità dei mandanti.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto onorare il ricordo del giudice Paolo Borsellino: “La strage di via D’Amelio ha impresso un segno indelebile nella storia italiana. La morte di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta voluta dalla mafia per piegare le istituzioni democratiche, a meno di due mesi dall’attentato di Capaci, intendeva proseguire, in modo eversivo, il disegno della intimidazione e della paura. Ma la democrazia è stata più forte”.
Anche la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni ha ricordato la strage di via D’Amelio: “Oggi, a 33 anni dalla strage di via D’Amelio, ricordiamo Paolo Borsellino, un uomo che ha sacrificato la sua vita per la verità, per la giustizia, per l’Italia”. Così scrive su X la Presidente, che ha poi continuato: “Il suo esempio continua a vivere in chi ogni giorno, spesso lontano dai riflettori, combatte per un’Italia più giusta, libera dalle mafie, dal malaffare, dalla paura. Non c’è libertà senza giustizia, non c’è Stato senza legalità. Ai tanti magistrati, Forze dell’Ordine e servitori dello Stato che hanno scelto il coraggio, anche a costo della vita dobbiamo gratitudine e rispetto. Hanno tracciato una strada che non può essere dimenticata”.
Fonte: Adnkronos