30 anni fa moriva Agostino Lauro, pioniere dei collegamenti nel golfo di Napoli

2 Gennaio 2019 - 20:40

30 anni fa moriva Agostino Lauro, pioniere dei collegamenti nel golfo di Napoli

Il 2 gennaio 1989, esattamente 30 anni fa, moriva Agostino Lauro, l’armatore che più di tutti ha dato un impulso alle comunicazioni marittime tra le isole del golfo di Napoli e la terraferma, fondando la compagnia Alilauro ed effettuando nel 1944 – a bordo del “Freccia del Golfo” – per la prima volta la linea turistica Ischia-Capri. La compagnia lo ricorda con un post sulla pagina Facebook, il Comune di Ischia gli ha invece intitolato la banchina di attracco dei traghetti.
Fin da piccolo appassionato di mare, Agostino fu ribattezzato il secondo Cristoforo Colombo perché portò, salpando il 5 dicembre 1947, la “Buona Speranza” da New York a Napoli, attraversando gli Oceani con un viaggio avventuroso e approdando a destinazione il 18 febbraio 1948. “Nelle nostre vene scorre il sangue di Cristoforo Colombo, quindi sono in grado di affrontare il viaggio”, aveva assicurato l’armatore, affidandosi all’immagine sacra di San Giovan Giuseppe della Croce, il patrono dell’isola d’Ischia, la cui intercessione – raccontano – fu fondamentale per superare una spaventosa tempesta (“Appena giunti alle Gran Canarie ci siamo inginocchiati, abbiamo ringraziato Dio e ci siamo inchinati a baciare la terra”).
Ma Agostino Lauro ha avuto anche una visione strategica importante, ampliando con il tempo la flotta della compagnia di navigazione, acquisendo motonavi in legno poi modificate con intuizioni geniali: fu lui a creare il portellone per imbarcare gli autoveicoli. E’ considerato, non a caso, il papà della continuità territoriale: con lui gli ischitani iniziarono ad andare in auto sulla terraferma, e a tornare anche di sera. Il tutto grazie a quelli che definisce “i mezzi con le ali”.
Una vita per il mare, conclusa proprio nel segno della “Freccia del Golfo”, quasi un segno del destino: 2 gennaio 1989, partenza in direzione La Spezia per vedere in cantiere la “nuova” Freccia, un catamarano moderno. E di qui a Genova, per vedere l’Heidi, un traghetto. Stroncato da un infarto, il feretro arrivò a Ischia sulla motonave Angelina Lauro, suonarono tutte le sirene delle navi ormeggiate. Ai funerali giunsero 3000 persone, arrivarono a salutarlo anche dall’America e da Malta, fu intonato il “Requiem” di Verdi. Sui giornali Indro Montanelli scrisse: “E’ morto il re degli aliscafi del golfo di Napoli”.
“Ricordarlo non è un dovere, ma un onore per chi ne segue con orgoglio le orme”, sottolinea l’amministratrice delegata di Alilauro, Mariaceleste Lauro, che ha già annunciato un aiuto concreto al Museo del Mare di Ischia, una realtà culturale che racconta l’epopea della navigazione da e per l’isola d’Ischia e che ha dedicato ad Agostino Lauro una sezione ad hoc.

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