25 anni per ASSO.GIO.CA “Per una giustizia che ripara e non separa”

17 Dicembre 2022 - 10:25

25 anni per ASSO.GIO.CA “Per una giustizia che ripara e non separa”

Sono i ragazzi ad offrire le testimonianze più significative nel corso del convegno che Asso.gio.ca. ha voluto promuovere per i suoi venticinque anni:

Gianluca e Valentina si sono raccontati e hanno raccontato ai volontari dell’Associazione, ai tanti studenti presenti delle scuole l’Isabella d’Este e l’Istituto Campo del Moricino cosa significa “perdersi”, ma anche ritrovarsi.

Ieri 16 dicembre, presso il complesso monumentale sant’Eligio, al convegno dal titolo “Per una giustizia che ripara e non separa” le testimonianze di chi ha avuto momenti di difficoltà si sono alternate alle riflessioni dei relatori.

Maria de Luzenberger Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Napoli, ha parlato di «giustizia riparativa, sulla sua diffusione e sui diversi modelli

praticati, con particolare riferimento alla mediazione penale minorile in Italia. Il modello riparativo – ha detto – rappresenta una rivoluzione in campo giuridico, sia per il diverso

orientamento verso l’opzione penale sia per la posizione riconosciuta a vittima e autore di reato, tornati protagonisti del conflitto, anche se –concludendo – molto resta ancora da fare in termini di chiarificazione teorica e di regolamentazione delle pratiche».

Poi la toccante testimonianza di Lucia Montanino vedova di Gaetano, guardia giurata, ucciso nel 2009 durante una rapina: un cammino pieno di ostacoli, ma è quello che ha scelto di percorrere Lucia Montanino.

Gaetano, il marito, lavorava come guardia giurata e fu ucciso mentre era al lavoro la sera del 4 agosto 2009 in piazza Mercato da quattro giovanissimi che volevano rapinargli la pistola.

Aveva 45 anni, una bambina ancora piccola. Antonio invece era il più giovane del commando: diciassette anni non ancora compiuti, un bimbo anche lui, concepito appena una settimana prima.

Li arrestarono tutti e Antonio fu condannato a 22 anni. Lucia è diventata il suo “angelo custode”. Per lei invece Antonio “è come il figliol prodigo”. Perché dopo il delitto e il dolore, possono esserci anche la riconciliazione e il riscatto.

Gianluca Guida direttore Istituto Penale per Minorenni di Nisida, si è rivolto ai ragazzi presenti «In questi venticinque anni di lavoro come direttore, mi sono reso conto che i

profili di personalità dei ragazzi cambiano ad una velocità così sostenuta che a volte è difficile rispondere in modo giusto e nei tempi adeguati a tutte le loro istanze.

Di anno in anno ci confrontiamo con giovani sempre diversi, ma nel complesso ho osservato che sono molto arrabbiati e disillusi sia verso le istituzioni sia verso lo stesso sistema criminale da cui non si aspettano

nulla in termini di possibilità di carriera, diversamente dai ragazzi di qualche tempo fa: a tutti voi però dico di sfruttare l’occasione di questa mattina per ascoltare le testimonianze di chi è riuscito a risalire e trovare una possibilità di riscatto».

«Basta davvero poco per delinquere «quando interrogo molti minori spesso trovo il vuoto di famiglie e società», ha rilanciato Silvana Sica Consigliere della Sezione minori e famiglia Corte d’Appello di Napoli.

«È qui – dice che occorre fare rete per intervenire e creare aiuti per una efficace prevenzione». «Ci proviamo e ci crediamo – spiega il presidente di Asso.gio.ca. Gianfranco Wurzburger –

Non parliamo di giovani irrecuperabili – ha spiegato – ma di minorenni con diritti da tutelare. Oggi vogliamo provare a comprendere come questi ragazzi possano riscoprire il futuro, un futuro che già esiste ed è compito della società e di tutti noi tracciare i percorsi per ritrovarlo».

Che per mons. Francesco Beneduce Vescovo Ausiliare di Napoli. significa essenzialmente «prendersi cura di chi ci sta accanto affinché si avviino percorsi di riconciliazione e di recupero».

«Ogni volta che viene commesso un crimine, questo coinvolge direttamente il reo e la vittima, ma in realtà si crea uno strappo anche ai danni della comunità in cui reo e vittima vivono: questo strappo occorre ripararlo: con l’aiuto e la cura di ognuno».

Il prossimo appuntamento è il 23 dicembre al Teatro Politeama, alle ore 20, una serata con tanti artisti che stanno aderendo al progetto: da Carlo Morelli con il Coro della Citta di Napoli, a Valentina Stella,

da Mario Maglione a Raffaello Converso da Emidio Ausiello a Anna Capasso, da Ciccio Merolla alla speaker di RTL Ida Piccolo, con Salvatore Calise di CRC, M’Barka Ben Taleb ed il comico di Made in Sud Enzo Fischetti.