La terribile storia di Charlotte, 23enne ritrovata mummificata ad un anno dalla sua morte. Nessuno si era occupato di lei. Nessuno ne ha denunciato la scomparsa. L’ultimo messaggio? A Chatgpt.
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Arriva dall’Inghilterra la terribile storia di Charlotte, 23enne ritrovata mummificata nella propria casa. Una storia di solitudine e di problemi di salute mentale conclusa in maniera straziante senza che nessuno riuscisse a darle una mano. L’inchiesta sul caso, condotta dal Coroner di Bolton, ha concluso nei giorni scorsi che la donna non è stata vittima di violenza né di un gesto violento autoinflitto ma probabilmente di un malore dovuto alle sue condizioni di salute precarie.
Come spiegato dal coroner alla Corte, che Charlotte “soffriva di problemi di salute mentale” e “Col tempo è diventata un’estranea per la famiglia, allontano le persone e allontanandosi anche dai servizi di salute mentale”. La madre ha dichiarato che la famiglia non aveva più notizie della figlia dal settembre 2021 e che, nonostante le ricerche, era stato impossibile trovarla. Anche i vicini però hanno detto alla polizia che non la vedevano quasi mai uscire di casa.
A rendere ancora più agghiacciante la storia della 23enne il fatto che i suoi ultimi contatti sono stati solo con ChatGpt, l’intelligenza artificiale con la quale ha scambiato i suoi ultimi messaggi datati 30 luglio 2024. A quella data potrebbe risalire la sua morte scoperta solo il 6 agosto scorso.
“Non c’erano altre persone: non c’è stata alcuna conversazione con nessuno, il suo unico contatto è stato con ChatGPT” hanno spiegato gli inquirenti. “Aiutami, sono andata di nuovo a prendere del cibo” diceva la 23enne. L’Ai le rispondeva “Sembri indecisa sul fatto di avere del cibo”, e Charlotte rispondeva: “È cibo che non volevo e questo è frustrante”.
Fonte: Fanpage
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