Il tribunale di Venezia ha assolto un uomo di 52anni dall’accusa di violenza sessuale nei confronti di una ragazza di 15 anni. Per la Corte: “C’era il consenso”.
Tutto era iniziato nel 2020 quando l’uomo avrebbe adescato la ragazzina tramite social network. Poi, le richieste di vedersi sempre più insistenti. Infine, secondo i pm, un rapporto completo “nonostante la sua opposizione manifesta”.
Per i giudici, tuttavia, la versione della giovane sarebbe “inverosimile” sulla base di alcuni messaggi che lei avrebbe inviato all’uomo, tra cui uno in cui era scritto: “sei mio”.
«Una sentenza che ci riporta indietro di 30 anni: ancora una volta non si crede ad una ragazza, la si accusa di aver provocato. Il ‘lei ci sta’ diventa prova contro la sua parola, si sostiene sia stato il suo comportamento a legittimare la condotta di un uomo adulto» ha commentato Maria Teresa Manente, Responsabile dell’ Ufficio legale di Differenza Donna.
Elisa Ercoli presidente di Differenza Donna ha dichiarato: “Le dinamiche che apprendiamo dai media ci raccontano di una prassi di adescamento sui social o su sistemi di instant messaging, di cui spesso le ragazze giovanissime cadono vittime. Il loro iniziale ‘stare’ in quella relazione violenta non significa il loro consenso a situazioni in cui si troveranno coinvolte. Non avere da parte delle Istituzioni la comprensione delle dinamiche che si realizzano per responsabilità di uomini adulti contro giovanissime donne è una reale violenza istituzionale, ossia quella violenza che interviene quando le istituzioni, pur riconoscendo la violenza, la derubricano a conflitto o consenso”.
Fonti: IlMattino, UnioneSarda